Il fu Terzo Polo: da sotto sale a sotto quorum

Gli opposti si attraggono. Ma nel caso di Carlo Calenda e Matteo Renzi il risultato è l’implosione. Dell’ex Terzo Polo, alla voce Europee 2024, si ricorderà solo il fragoroso flop. Una poltrona per due che è troppa, le strade che si dividono e il traguardo che è il medesimo: ossia sotto la soglia di sbarramento e un amaro, a tratti drammatico, le porti un bacione a Bruxelles.

Il leader di Italia viva, sui social, commenta: “Niente, è andata male. Purtroppo, la lista Stati Uniti d’Europa è rimasta fuori per pochissimo dal Parlamento europeo. Mi spiace molto e vorrei abbracciare i volontari che si sono spesi per questa idea: siete stati meravigliosi. La gratuità del vostro servizio allarga il cuore. Vorrei abbracciare uno a uno le migliaia di persone che hanno scritto il mio nome sulla scheda: sono davvero onorato di rappresentare comunque la speranza di tante persone, anche se avrei preferito qualche voto in più alla lista”.

E poi: “Sono grato a Emma Bonino e a tutti i dirigenti politici che ci hanno creduto. Ma la politica è una grande scuola di vita anche quando non si vince. E dunque non riesco a essere triste cari amici. Perché – rivela – sono molto convinto che fosse giusto fare questa proposta, in questo momento: al mondo impazzito di oggi servono gli Stati Uniti d’Europa ed è stato bello affermare le ragioni di un sogno controcorrente. Abbiamo lottato, abbiamo espresso idee nelle quali crediamo, ci siamo messi in gioco. Non abbiamo fatto il quorum, che peccato. Ma non smetteremo oggi di lottare per questa idea di Europa, l’unica nella quale l’Italia può giocare un ruolo da protagonista”. In soldoni, secondo Renzi “sul risultato italiano pesa l’assurda rottura del Terzo Polo: potevamo avere sette parlamentari europei riformisti, insieme. E invece sono zero. Che follia”.

Calenda, da par sua, dice: “Azione ha avuto una dura sconfitta che non ci aspettavamo. Avevamo una lista di candidati straordinaria, un programma centrato, condotto con una campagna onorevole che ha rispettato i cittadini. Questo percorso non è stato sufficiente, perché c’è stata una onda violentissima di polarizzazione”. Ancora il leader di Azione: “Sapevamo di navigare controcorrente ma non c’è che continuare a farlo, altrimenti un Paese così non sopravvive. Azione continua: oggi pomeriggio riuniremo la direzione, apriremo la fase costituente dell’area riformista e andremo avanti con pragmatismo e con toni moderati”. In ultimo, secondo Carlo Calenda l’elettorato di Azione è “incompatibile” con quello di Renzi. “I nostri elettorati sono incompatibili. Emma si è presentata con Renzi e ha perso il 40 per cento dei propri elettori. Noi dobbiamo quindi lavorare per essere più convincenti e per farlo apriremo la fase costituente che avevamo promesso”.

Aggiornato il 10 giugno 2024 alle ore 16:56