Nella Germania s’affermano i Cristiano-conservatori della Cdu-Csu, come in Grecia. A Cipro e altrove vincono liste facenti capo anche loro al Partito popolare europeo, come Nea Dimokratia, subito dietro. Per tornare alla terra tedesca, però, non vincono i socialdemocratici al potere, ma Alternative für Deutschland, bollata come neonazista. Nell’Austria trionfa la destra liberal nazionale di Fpö (Freiheitliche Partei Österreichs). In Francia, il Rassemblement national di Marine Le Pen travolge la formazione del presidente Emanuele Macron. In Italia, i conservatori celebrano i fasti con Giorgia Meloni. Secondo previsioni, nell’emiciclo dell’Assemblea generale del Parlamento europeo la novità, dopo queste elezioni, è costituita dai seggi vinti dalle varie formazioni della destra: il Partito popolare europeo, i Conservatori e riformisti, Identità e democrazia. I gruppi sono distinti per talune diversità ideali e programmatiche. Se i conservatori, nel loro insieme, vogliono contare qualcosa debbono, però, trovare un accordo. Esaminare le differenze tra forze politiche vuol dire acuire le diversità.
Perciò, qui, non lo si farà. È utile notare, invece, come il più vecchio dei movimenti paneuropei sia nato, centouno anni fa, più che altro a destra: Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi scrisse, nel 1922, un libro, Paneuropa, dove si propose agli Stati europei di riunirsi in una confederazione politica e di costituire tra loro un’unione doganale. La confederazione doveva servire a difendersi dalla Russia bolscevica di allora, l’unione doganale per difendere il mercato europeo. Su queste idee venne costituito il movimento di Paneuropean Union. Si arrivò anche a un progetto avanzato in seno alla Società delle Nazioni, ma da allora il movimento naufragò con essa. Poi riprese nel Dopoguerra e Paneuropean Union seguì mano a mano varie tappe del processo d’integrazione, ma sempre mantenendo, nelle proposte, questo equilibrio: accogliendo il mercato comune di Gaetano Martino-Nicola Catalano fondato proprio a partire dall’unione doganale. Alla presidenza Otto d’Asburgo successe al fondatore. Anche persona d’ascendenza risorgimentale e garibaldina, come lo scrivente, deve riconoscere la sua fiera opposizione al Terzo Reich nazista, che lo condannò a morte in contumacia. L’attuale presidente internazionale è Alain Terrenoire.
L’attuale presidente nazionale di Paneuropa Italia è l’avvocata Gianna Di Danieli e vicepresidente è il professor Marcello Maria Fracanzani. Questo inossidabile programma ricalca ideali in gran parte accettabili dai vari gruppi della destra europea. Il regolamento dell’Eurocamera consente di costituire intergruppi a tema. Se i gruppi sparsi della destra costituissero un intergruppo di Paneuropa in Assemblea avrebbero una sede in cui confrontarsi su un minimo comun denominatore per superare, in positivo, le divaricazioni. In Italia, come conseguenza, la comunicazione elettorale ha avuto a oggetto, spesso, le peculiarità dei diversi partiti della coalizione che regge il Governo conservatore di Giorgia Meloni: solido, però, nel volere le riforme costituzionali proposte. Queste hanno un denominatore comune nell’accentuare i caratteri liberal-democratici nella Costituzione del 1947-48. Sempre centouno anni fa nacque il Partito liberale italiano, che a queste elezioni europee non ha presentato proprie liste per sostenere il centrodestra e non frammentarlo. Dargliene atto, con una doppia appartenenza dei parlamentari della coalizione colla tessera del Pli, potrebbe essere un saldo cementato. C’è una cosa non trascurabile tra conservatori al di là di ogni peculiarità specifica: l’importanza di trasmettere retaggi della tradizione.
Aggiornato il 11 giugno 2024 alle ore 09:23