Una nazione di scrittori

Il segretario generale del Partito liberale italiano, Roberto Sorcinelli, e il presidente dello stesso, Francesco Pasquali, hanno presentato il libro di Matteo Salvini Controvento. L’Italia che non si arrende (edito da Piemme). Ne hanno sottolineato i punti di convergenza con le politiche liberali, connessi con il rispetto e la promozione delle libertà individuali, di pensiero e di espressione, minacciate dal pensiero unico del politicamente corretto, ma anche il ritorno allo spirito originario dell’integrazione comunitaria, quello di Gaetano Martino, validamente assistito dall’esperto giuridico da lui voluto per l’estensione dei Trattati di Roma e poi come giudice in Corte di giustizia, Nicola Catalano. Uno spirito deformato in senso dirigista dai socialisti, che mirano a costruire una sorta di “Unione sovietica europea”. L’iniziativa rientra nell’attività dispiegata, per queste elezioni europee, dal Partito liberale italiano che, schierato sul centrodestra, ha rinunciato a presentare delle proprie liste per non frammentare ancora la coalizione, ma impegnandosi attivamente per sostenerla. La Lega di Matteo Salvini ha accolto con più favore di altri questo appoggio, in quanto il dialogo con la componente storica del liberalismo italiano contribuisce, senza ombra di dubbio, a dissolvere l’aria “truce” dipinta dalla sinistra attorno al capo di una delle forze trainanti del gruppo Identità e Democrazia nell’Assemblea del Parlamento europeo.

La presentazione di un libro, comunque, rileva un carattere peculiare di questa fase politica e del suo aspetto letterario. Nel Rinascimento, quando le signorine italiane non contarono più nulla, l’Italia si definì come Repubblica delle lettere. La Rivoluzione francese partì dai Quaderni di doglianza dei rappresentanti del Terzo Stato. Il Risorgimento si è fatto anche con i romanzi storici. Gli attuali capi delle forze politiche si presentano agli elettori e sostenitori scrivendo libri. Giorgia Meloni si è descritta alla Nazione, adesso da lei governata, con una sorta di autobiografia sentimental-politica, Io sono Giorgia. Le mie radici, le mie idee (Rizzoli). Il generale Roberto Vannacci si è espresso, senza peli sulla lingua, lo scorso anno, con il suo Il mondo al contrario, e adesso si candida per la Lega. Le sue opinioni, come quelle di tutti, vanno rispettate, ma certamente sarebbe meglio che il capo di Stato maggiore delle Forze operativa terrestri le mettesse un poco da parte, per servire solo lo Stato. E poi fare politica non è solo scrivere libri. Staremo a vedere, dopo, la coerenza tra il dire e il fare.

Aggiornato il 07 giugno 2024 alle ore 11:11