Sanità veloce, Schillaci: “Ottenuto ciò che volevamo”

“Il Mef ha fatto il suo lavoro: far quadrare i conti. È stata dura e alla fine abbiamo ottenuto tutto ciò che volevamo per una sanità più veloce nel rispondere ai bisogni dei pazienti”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un’intervista al Corriere della Sera circa il provvedimento che riorganizza il sistema delle liste d’attesa. Per Schillaci, “i cittadini potranno ottenere visite e esami diagnostici entro i tempi previsti in base all’urgenza. Se la prestazione non sarà disponibile in un centro pubblico, la riceveranno in una struttura convenzionata o giovandosi, col solo pagamento di ticket, della libera professione del medico in regime di intra moenia”.

Guardando al passato, per il ministro Schillaci “cambia che stavolta ci saranno controlli stringenti. Premieremo i direttori generali e sanitari delle aziende che garantiranno efficienza e sanzioneremo le negligenze”. In più, gli operatori sanitari per gli straordinari “riceveranno compensi tassati al 15 per cento. Nella prossima legge di Bilancio – insiste – sarà inserita la defiscalizzazione di una parte delle indennità”. Insomma, la riforma secondo Orazio Schillaci “non è per niente mini. Chi è mai intervenuto in modo così completo e strutturale? Ora sono definiti chiaramente i compiti e soprattutto il cittadino non sarà lasciato solo, per legge”. A seguire, riferendosi alle Regioni, che affermano di essere state escluse, risponde: “Il decreto è la sintesi di tavoli di lavoro dove sono stati coinvolti tutti. Rispetteremo le loro competenze, certi della collaborazione. Le esorto intanto a spendere i fondi già stanziati per il recupero dei tempi d’attesa accumulati durante la pandemia”.

Un plauso giunge pure da Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio. In un colloquio con il Foglio, segnala: “Al netto della retorica del centrosinistra, il Governo Meloni e il ministro Schillaci stanno investendo molto sul Servizio sanitario nazionale. Il decreto varato dall’Esecutivo non posso che giudicarlo positivamente: è in sintonia perfetta con le politiche per la salute che la nostra Giunta ha varato in questo primo anno alla guida del Lazio”. E ancora: “In primo luogo – confessa – la volontà di affrontare il problema dei problemi che ha compromesso, in questi anni, la dignità di molti cittadini: mi riferisco, ovviamente, alle liste d’attesa”. Dopodiché, facendo riferimento a un disegno di legge presentato dal Partito democratico, osserva: “Penso che su questi temi, come la sanità pubblica, che riguardano la vita delle persone ci si dovrebbe astenere dalla demagogia e dalla contrapposizione muscolare. La verità è che nel 2024 il finanziamento al Sistema sanitario nazionale toccherà i 134 miliardi di euro, il valore più alto mai raggiunto prima, unitamente ai 500 milioni destinati all'abbattimento delle liste d'attesa. In rapporto al Pil ci attestiamo al 6,88 per cento, conseguendo un risultato importante se lo confrontiamo con gli anni passati. Si tratta – termina – di un segnale importante da parte del Governo, che ha operato un’inversione di tendenza rispetto al passato e sta andando nella giusta direzione. Confido che anche nella prossima legge di bilancio il Ssn sarà ulteriormente valorizzato”.

Invece, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervistato da Qn, sulle liste attese specifica: “Sarà vivo e vegeto ancora per molto. Indubbiamente, da un lato sono state poste le basi sia per conoscere meglio il fenomeno, visto che oggi non disponiamo di dati reali da tutte le Regioni, dall’altro sono stati previsti numerosi strumenti potenzialmente efficaci per riequilibrare domanda e offerta. Ma servirà tempo, oltre che una stretta collaborazione delle Regioni che hanno già annunciato la richiesta di modifiche al decreto, visto che di fatto non c'è stata concertazione”. Tra i punti positivi, a dire di Cartabellotta, sussiste “indubbiamente la Piattaforma nazionale per le liste d’attesa, che servirà a realizzare un monitoraggio rigoroso per le varie prestazioni sanitarie in tutte le Regioni con le stesse modalità. Oltre all’estensione dei Cup regionali alle strutture private accreditate, che permetterà una maggior trasparenza sull’offerta reale di prestazioni, anche al fine di un’adeguata programmazione e dell’identificazione di eventuali criticità”.

Aggiornato il 05 giugno 2024 alle ore 15:33