Il premierato è ok, evitare referendum ad personam

La guerra del premierato è appena cominciata. Il premierato è sacrosanto. Ci libera dai Governi tecnici. Come successo da Matteo Renzi a Enrico Letta, da Paolo Gentiloni a Giuseppe Conte (I e II) fino a Mario Draghi, gli italiani rischiano sempre di ritrovarsi con un presidente del Consiglio non eletto. Bensì, come ci ha “abituati” negativamente il capo dello Stato, Sergio Mattarella, con premier indicati da lui. Ovviamente, il premierato è visto come la peste da chi vuole gli inciuci. Detto in parole più semplici: disporre di un Esecutivo senza avere preso i voti degli italiani.

Chi grida al fascismo, al razzismo, ai no vax – cioè tutto quello che non ci azzecca niente – sostiene che, così, si accentrerebbe il Governo. Il che è ridicolo, dato che l’accentramento massimo lo si è raggiunto proprio quando il presidente della Repubblica, al secondo mandato al Quirinale, che non esiste nella Costituzione, ha deciso lui per tutti. E cosa hanno fatto questi non eletti? Vediamo un po’.

Conte ha chiuso in casa gli italiani, utilizzando decreti del presidente del Consiglio che, giuridicamente, sono un abominio. Letta, finché il Partito democratico gli ha offerto posti e nomine nel Vecchio Continente, esisteva; mentre alla prova del voto nessuno se lo è filato, un po’ come avvenuto per Federica Mogherini in Europa. Draghi, come Mario Monti, ha provato a circumnavigare il voto democratico. Draghi ha obbligato i cittadini a vaccinarsi con l’anti-Covid, di cui solo adesso viene fuori, riguardo ad Astrazeneca, che ha avuto gravi, per quanto rari, effetti collaterali. Lasciamo Renzi, di cui tutti sappiamo. Gentiloni, commissario europeo, non è votato nemmeno dai cittadini del Continente.

Per farla breve: il premierato è sacrosanto e s’ha da fare. Ma non tramite referendum, perché non passerebbe. Consiglio di inserire tra le leggi in Parlamento, qua e là, qualche “pezzo”, in modo da averne la sostanza, senza passare da altri canali giurisdizionali. Perché? Perché qui da noi le regole costituzionali non si rispettano. Quindi è del tutto inutile accanirsi a farle passare. Qualche legge  qualche provvedimento che ne sortisca gli effetti basteranno.

Aggiornato il 21 maggio 2024 alle ore 12:12