La necessità di modificare il Rosatellum

Una nuova legge elettorale per l’Italia. Per queste ragioni si è costituito il Comitato referendario per la rappresentanza. Enzo Palumbo, vicepresidente del Corera, ha dichiarato che, “dopo la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), che ha dichiarato ammissibile il ricorso di Mario Staderini e altri sulla legge elettorale (Rosatellum) che ha regolato le elezioni politiche del 2018 e del 2022, si vanno succedendo dichiarazioni critiche di esponenti governativi, forse timorosi che una futura decisione della Cedu possa mettere in discussione la legittimità costituzionale dell’attuale Governo. Sappiamo tutti che la Cedu non può abrogare una legge interna, potendo solo astrattamente censurarla e anche condannare l’Italia al pagamento di una somma, per lo più simbolica, e sappiamo anche che, sulla base di una esplicita statuizione della Consulta nella sentenza numero 1-2014, criticabile quanto si vuole ma ormai acquisita, ciò non potrebbe compromettere l’esito delle ultime elezioni, per quanto possa non piacere. E tuttavia, resta il fatto che i quesiti posti dalla Cedu all’Italia sottendono più di un dubbio sulla conformità della nostra legge elettorale rispetto ai principi codificati nella Carta europea dei diritti dell’uomo, il che sarebbe di per sé un danno reputazionale per l’Italia”.

A suo avviso, “questo problema se l’è da tempo posto un gruppo di cittadini che, dopo avere tentato, sin qui inutilmente, di portare il Rosatellum alla valutazione della Corte Costituzionale, ha deciso di costituirsi in Comitato referendario per la rappresentanza (Corera), con la prestigiosa presidenza di Giorgio Benvenuto e di Elisabetta Trenta, allo scopo di abrogare per via referendaria le parti più discutibili del Rosatellum e a tal fine proponendo quattro quesiti sui quali dopo l’8 giugno inizieremo la raccolta delle firme, primo fra tutti quello sul voto congiunto obbligatorio tra candidati uninominali e liste proporzionali, che è poi il principale dubbio formulato dalla Cedu nella sua interlocutoria decisione. L’auspicio del Comitato è che su tale iniziativa, presa da più di un mese, la decisione della Cedu possa contribuire a squarciare quella cappa di silenzio che l’ha sin qui coperta, impegnati i media, come sono, a titolare a tutto campo sulle inchieste giudiziarie del momento ritenute di facile appeal divulgativo, mentre vengono trascurate del tutto le sorti della rappresentanza politica e quindi della democrazia liberale nella quale ci illudiamo ancora di vivere”.

Aggiornato il 20 maggio 2024 alle ore 17:00