Cinque secoli fa Papa Leone X si sdebitò con lo Stato portoghese per un favore ricevuto, autorizzando tutto il personale diplomatico a entrare gratis in qualunque locale – che fosse un teatro, un albergo oppure l’osteria – semplicemente dichiarando la propria nazionalità. Le versioni della storia sono diverse, ma il senso resta. Naturalmente furono tanti i romani che si spacciarono per lusitani. Sta di fatto però che il termine “portoghese” è diventato sinonimo di approfittatore, uno che vuole vivere a sbafo. Dopo mezzo millennio, nulla è cambiato. L’ironico insulto è rimasto e chi avesse eventualmente scoperto i veri colpevoli ha continuato a crocifiggere i palesi innocenti. Gli eredi abusivi della un tempo gloriosa sinistra italiana hanno anticipato i tempi dei social, quelli delle notizie mai verificate e dei dogmi mordi e fuggi: usano parole-chiave da appioppare agli avversari e, invece di affrontare temi politici veri, si attaccano a un nome, a una faccia, a un quartiere di provenienza, usando tutti i metodi che i loro antenati aborrivano.
Ormai, solo pochi aspiranti nostalgici continuano a definirsi fascisti, alimentando le litanie dell’ala opposta. Oggi le mille sfumature di destra sono altro, e la contrapposizione dei due schieramenti è ormai solo nel linguaggio e nelle veemenze. I motivi del conflitto sono pretestuosi e superficiali. Gli eroi si appalesano e si eclissano in poche settimane. E, se fossero educati, ringrazierebbero gli sprovveduti che, dalla trincea di fronte, sparano dispettucci. Come oscurare Antonio Scurati, bravo scrittore anche se sovra-decorato da un sistema che premia meriti non necessariamente letterari. La sinistra gli assegna un compitino, la destra abbocca e stoppa, senza capire che è una trappola agiografica, per creare un santo rivelatore della morte di Giacomo Matteotti, pagina di storia che improvvisamente sembra essere uno scoop.
Giorgia Meloni ha compreso che non basta essere di destra per guidare il servizio pubblico compiacendo il vincitore politico oltre ogni suo desiderio. Occorrono idee più ariose, non aria nella fabbrica delle idee. Genialmente Giorgia ha spiazzato tutti, affermando che la libertà è iniziata dopo il venticinque aprile. E la riva opposta è ammutolita. La sua è una controffensiva mai vista prima, è la strategia delle convergenze che spiazzano, mentre citare Budapest 1956 e Praga 1969 – ricordando i crimini del comunismo – sarebbe un autogol della comunicazione, una retorica sgretolata come il Muro.
Aggiornato il 30 aprile 2024 alle ore 15:35