Europee, Calenda: “Ci metto la faccia, sfida ormai tra leader”

Matteo Renzi aveva minacciato di candidarsi, ma non si candiderà. Carlo Calenda aveva accusato tutti i leader di partito candidati, ma ha deciso di candidarsi. I gemelli diversi del centro politico smentiscono se stessi nell’arco di ore, figurarsi se si tratta di giorni. Oggi il leader di Azione, che alle Europee ha deciso di correre da solo, ha dichiarato che è “necessario rispondere alla sfida antieruopea di Giorgia Meloni”. Mentre l’ex premier è irreggimentato da Emma Bonino negli Stati uniti d’Europa. In pratica, per andare a Strasburgo Renzi dovrebbe lasciare il Senato. “Noi – è il ragionamento di Calenda – abbiamo una lista con persone molto competenti nelle varie materie: è chiaro che le liste che corrono con i leader hanno un supporto in più. Se si candidano Elly Schlein e Giorgia Meloni, è una sfida molto importante: non posso non metterci la faccia”. Lo dice Calenda ai microfoni di Radio Rai 1, nel corso del programma Giù la maschera.

“Se si candidano tutti i leader – aggiunge Calenda – non è più solo un confronto sulle elezioni europee ma è un confronto su leadership che si misurano con l’elettorato. Firmare un patto tra tutti per non candidarsi sarebbe stato giusto ma quando tutti si candidano diventa necessario metterci la faccia. Non lo faccio con alcun piacere, ho aspettato fino all’ultimo ma penso che questa sia una sfida decisiva sul modello di Europa che si vuole”. Secondo Calenda, “questo sistema politico ha determinato lo sfascio, questo bipolarismo va spezzato. Azione è nata per questo. C’è un 50 per cento di italiani che non si trova bene e non va votare”.

Per il leader di Azione, l’Europa “deve essere rafforzata dal punto di vista militare. Abbiamo bisogno di dissuadere la Russia da nuovi atti di aggressione e non sappiamo se possiamo contare sugli Usa. Quando si spende lo si faccia con intelligenza. L’Europa non funziona. Ha un meccanismo interno di decisione che prevede l’unanimità e quindi basta che ci sia ad esempio Viktor Orbán e l’Europa si paralizza. Si deve votare a maggioranza”. A suo avviso, “il Patto di stabilità andava fatto nella nuova legislazione europea e non in questa. Comunque, ci sono molte politiche che potrebbe fare il bilancio europeo: dovrebbe essere possibile che si indebiti e che faccia politiche industriali a livello comune europeo”.

Aggiornato il 29 aprile 2024 alle ore 16:23