Chi ha ordinato in Rai il monologo di Scurati?

Le tempeste sulla Rai si abbattono al ritmo di una al giorno. Non c’è pace a Viale Mazzini. Sono in corso le grandi manovre per il rinnovo dei vertici e allora tutto il mondo politico della sinistra, tutti gli scrittori, giornalisti, intellettuali che da sempre hanno tentato di isolare la destra stanno moltiplicando attacchi e incursioni. Discriminazioni, emarginazioni sono andate avanti per decenni con la consacrazione della tripartizione lottizzatoria che sanciva l’egemonia democristiana su Rai 1 e sul Tg1, quella socialista su Rai 2 e sul Tg2 e quella comunista su Rai 3 e sul Tg3. Nella vicenda dello scrittore Antonio Scurati non c’entra quella che in maniera dispregiativa viene chiamata “Telemeloni”. C’entra il meccanismo di scelta degli ospiti dei vari programmi che si dicono di approfondimento ma che, in realtà, si connotano come contenitori di posizioni politiche. Sul monologo non andato in onda nella trasmissione Chesarà… condotto dalla giornalista, scrittrice, Serena Bortone si è scatenata una bagarre, quasi fosse un’alluvione, il crollo di una montagna di cui è responsabile la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che avrebbe nel suo Dna impressa la cellula della “censura”.

La verità prima o dopo verrà fuori e anche tutti i retroscena. A chi è venuta in mente l’iniziativa di far scrivere un monologo allo scrittore Scurati in periodo di vigenza della Par condicio per le elezioni regionali in Basilicata e per le prossime elezioni europee. La ricorrenza del 25 aprile è una di quelle date che dividono ancora gli italiani? Forse. Ma lo scrittore della tetralogia sulla vita di Benito Mussolini edita da Bompiani (M. Il figlio del secolo, 2018, vincitore del Premio Strega 2019; M. L’uomo della provvidenza, 2020; M. Gli ultimi giorni dell’Europa; il quarto libro è in preparazione) era interessato anche a promuovere la serie tivù tratta dai romanzi, creata da Stefano Bises e diretta da Joe Wright, con Luca Marinelli, visibile nel corso del 2024 su Sky e in streaming su Now.

I documenti che si sono scambiati gli autori della trasmissione della Bortone con il manager di Scurati e trasmessi agli uffici competenti di Viale Mazzini per concordare la liberatoria diranno cosa è veramente avvenuto. Va accertato se è vero che per un monologo di poco più di un minuto lo scrittore in un primo momento abbia chiesto 1.800 euro, scesi a 1.400 o se la prestazione doveva rientrare nei cosiddetti interventi a titolo gratuito. Ci sono stati errori? Qualcuno dovrà pagare per gli eventuali errori di comunicazione tra gli uffici. La premier Giorgia Meloni appena conosciuta la vicenda ha immediatamente pubblicato il monologo sul suo sito. Poi letto, in versione integrale, da Massimo Gramellini e Roberto Vecchioni su La7 e anche dalla Bortone, la quale ha confessato “la politica mi ha sempre appassionata” e si è sempre dichiarata, come detto in tivù e al Corriere della sera, di sinistra. Secondo un profilo di Vanity Fair, “Serena Bortone è una cattolica democratica di formazione, femminista, antifascista, allergica ai compromessi”. La sua lunga gavetta parte da Mino Damato, poi Mi manda Raitre con Stefano Coletta, Agorà. Tutte trasmissioni di Rai 3 all’insegna delle lezioni di Angelo Guglielmi e della presa di potere del partito di Berlinguer-Occhetto. Una rete in cui fare politica in ogni programma: da Michele Santoro a Sandro Ruotolo. La Bortone ha fatto Bingo: la trasmissione ha raddoppiato gli ascolti dal 3,4 di media al 4,9 di share e l’Usigrai ha l’occasione per confermare lo sciopero di 5 giorni. E se il Garante non approva sarà anche lui “un censore”.

Aggiornato il 22 aprile 2024 alle ore 16:04