Più Pechino, meno Europa

Sassolini di Lehner

Basta, sono stanco di vivere a pane e cipolla, visto che quasi tutti i miei averi sono finiti nelle mani dei magistrati di lotta e di governo. Mi querelarono e chiesero pure i danni biologici per aver usato la parolaccia “sinergia”. Tante querele e tante condanne, perché toga non mangia toga. Ed è generalmente permalosa e vendicativa. In quel di Trento, una giovane pm catto-comunista chiese per me 5 anni di galera, sempre per l’innominabile “sinergia”, poi si corresse, essendo una forcaiola rigorosa, invocando 4 anni e 8 mesi, per aver io meschino violato sinergicamente l’insindacabilità del Pool di Mani pulite.

Ebbene, mi viene da ridere davanti a quanti, oggi, non ieri, si scandalizzano per l’eventualità della galera ai giornalisti. Con me, avrebbero voluto buttare le chiavi, ma nessuno protestò.

Basta, adesso mi rifaccio. Vorrei volare in alto verso i quasi 20mila euro mensili degli europarlamentari. Magari, una volta eletto, mi potrebbero recapitare anche valigioni di dollari dal Qatar, da Vladimir Putin, dalla Cina, visto che questi euroseggi sono potenzialmente il trampolino di lancio verso una vecchiaia piena di soddisfazioni pecuniarie.

Anche se mi dovessero beccare con il malloppone putiniano in bocca, subito dopo scenderà il nebbione salvifico, facendomi passare da ladrone a vittima del destino cinico e baro. Male che vada farò riferimento a papa Bergoglio che ha benedetto i ladri per i loro furti capaci di affrancarci dal peccato della proprietà privata. Del resto, Commissione europea ed Europarlamento lavorano per la ripresa economica della Germania e per lo strapotere mercantile della Cina. Più Europa? Macché, più Berlino e più Pechino.

Che fare, dunque, per meritare le strapiene emerite valigie? In primo luogo, inginocchiarmi davanti ad Olaf Scholz e Xi Jinping.

Inoltre, nonostante sappia che il feto appena fecondato è un individuo con il suo unico e irripetibile Dna, seguiterò a straparlare dell’aborto non come dolorosa necessità, bensì come diritto, anzi un dovere costituzionalmente garantito. Non rivelerò in quel di Bruxelles che si tratta di omicidio. Quindi, riprendendo il Geist della Kultur nazista, sosterrò l’eutanasia come conquista umanitaria. I nazisti la definivano “uccisione misericordiosa”, in Ue la si contrabbanda per progresso.

Fatto trenta, farò trentuno, sostenendo, vestito da chef, che la bistecca sintetica è meglio della fiorentina di manzo, mentre nulla è più salutare e stellato di un pasticcio di grilli, lombrichi e cavallette. Parola di chef, inoltre, anche reclamizzando prodotti per lavastoviglie capaci di asfaltare e lucidare pirofile incrostate da schifo cronicizzato. Chissà quanti altri borsoni di cartamoneta mi giungeranno per cotante balle finalizzate a salvare il pianeta dalle flatulenze delle mucche e dal micidiale utilizzo di acqua per dare una prima sciacquata alle stoviglie. Lo blaterano gli chef della televisione. E non si dica che si sono venduti, ridottisi a squallidi mercenari al soldo delle multinazionali.

Se tutte le succitate testimonianze politicamente corrette non bastassero per l’euroseggio, allora mi recherò in Ungheria, dove prenderò a martellate i passanti.

Di sicuro, essendo l’Itaglia l’ultima Repubblica sovietica ancora viva e vegeta, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, complice il corpo diplomatico Itaglianko, mi candideranno come capolista alle Europee.

Il mio caro babbo non è più, altrimenti avrebbe potuto ricevere parole di solidarietà dal Quirinale.

Se, però, avessi pure ammazzato Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, i due ragazzi di Acca Larentia, allora l’Unione europea, cloaca di spurgo dell’euroidiotismo di sinistra, mi avrebbe nominato commissario o presidente della Commissione. Quando sarò europarlamentare farò fuoco e fiamme resilienti, biosostenibili a ricarica elettrica, finanziariamente ecocompatibili, peggio di un Draghi, pardon, di un Drago.

Aggiornato il 22 aprile 2024 alle ore 10:01