Caos Pd, Bettini: “Alleanza Pd-M5s è una necessità”

Nel partito in molti dissentono. Soprattutto tra i bonacciniani. Eppure, Goffredo Bettini indica quella che ritiene l’unica strada possibile. “L’alleanza Pd-M5s è una necessità”, sostiene lo storico dirigente nazionale dem, nel corso di un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno. “Altrimenti – chiosa – i progressisti non vinceranno più. È un’occasione per ognuno per prendere il buono dell’altro. Elly Schlein si è mossa in questa direzione. Con coraggio e generosità, perché nel Pd non tutti la pensano così. Capisco ogni partito voglia far valere sue ragioni, ma non va superata una certa soglia. Serve fiducia tra i leader, il fattore umano conta più di convergenza su punto di programma”. Goffredo Bettini, da sempre promotore del cosiddetto campo largo del centrosinistra, interviene nel dibattito interno al partito dopo lo strappo di Bari tra Giuseppe Conte ed  Elly Schlein. Nel capoluogo pugliese, il dirigente propone di ripartire da nuovi nomi per la candidatura a sindaco.

“Credo – afferma – di essere stato il primo a proporre l’azzeramento e la ricerca di un terzo nome unitario. Sarebbe un segnale nazionale di enorme valore. Prendere atto dello stallo e rilanciare unitariamente. Gianrico Carofiglio? Magari. È un fuoriclasse. Ci sono, comunque, altre personalità capaci e di garanzia democratica”. Per Bettini, “i cacicchi non stanno solo al Sud. Non amo personalizzare. È l’intera forma-partito del Pd che va rivoltata come un calzino. E questo non significa una caccia ai singoli, ma la volontà, da parte di un gruppo dirigente autorevole e plurale, di riformare il partito”. Quanto ad Antonio Decaro, “è stato un grande sindaco”, afferma il dirigente dem. “Non viene dalla mia tradizione, ma lo considero un pezzo pregiato del Pd del futuro, che si deve fondare anche su una nuova generazione di sindaci. Gente che ha saputo attraversare il popolo di oggi così frammentato, volubile, spaesato. Ottenendo risultati e consensi veri. Alle Europee i sindaci peseranno. E ce ne sono tanti. Matteo Ricci, Dario Nardella, Giorgio Gori e, appunto, Antonio Decaro”.

Bettini avverte Conte e i pentastellati: “L’attacco al Pd ha colpito un’intera comunità. Poi è difficile rimettere assieme i cocci se la rottura tocca nel profondo i rispettivi elettorati. Sulle battaglie condivise occorre andare avanti. C’è uno spazio grande per battere la destra attorno a Giorgia Meloni, che è divisa e ha svolto male il suo ruolo di Governo. Nella competizione proporzionale europea è naturale sottolineare il proprio profilo autonomo. Ma senza mancare di rispetto ai possibili alleati futuri. Altrimenti si scassa tutto”. A Bari, in particolare, “non so precisamente come siano andate le cose. Conte è apparso improvviso e unilaterale nel dichiarare la sua contrarietà alle primarie. Detto questo: è un uomo che ha guidato con equilibrio e saggezza con noi un Governo nazionale in anni difficili. Spero in un’inversione immediata di rotta”. Il dialogo? Secondo Bettini, “ci deve essere calcolo e abilità, ma anche slancio, empatia, generosità, fiducia tra i leader”. Sulla questione morale lanciata dal leader pentastellato, Bettini afferma che “va affrontata con forte direzione politica, non sparando nel mucchio. In questi anni non si è fatto nulla. La condizione per la risalita è un gruppo dirigente promosso per qualità, non per catene di comando e referendum degli iscritti”.

Aggiornato il 10 aprile 2024 alle ore 17:51