Se la par condicio è come il controesodo di Ferragosto

La vicenda della par condicio “è come il controesodo a Ferragosto e il picco di influenza a gennaio: arriva regolarmente in primavera, in caso di elezioni”. Così Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato e membro della commissione di Vigilanza Rai. In un’intervista al Corriere della Sera, ricorda: “Una legge sulla par condicio c’è già. Noi non la amiamo molto: fu fatta contro Berlusconi. Ma c’è”. Un intervento, quello dell’esponente azzurro, in relazione al suo voto e a quello dei colleghi di partito agli emendamenti proposti da Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati sul tema del nuovo regolamento televisivo dell’Autorità per le comunicazioni (Agcom) in vista delle Europee.

“La legge dice che le comunicazioni dei membri del Governo devono essere limitate esclusivamente all’esigenza di informare sui relativi temi. Dunque, le distingue – osserva – non ci piace? Cambiamo la legge. Ma l’Autorità lo sa già benissimo che non deve conteggiare le dichiarazioni di un ministro che parla di Governo come campagna elettorale. Gli emendamenti possono essere riformulati e migliorati”.

Lo scopo, secondo quanto sembra a Gasparri, è che “sia quello di non mettere il bavaglio al Governo durante la campagna elettorale. Ed è giusto come obiettivo: se si conteggiasse tutto quello che un Governo dichiara sul proprio lavoro, l’Esecutivo sarebbe svantaggiato. Vediamo se è proprio necessario un emendamento o se la rilettura della legge ci consente di stare sereni”.

Tra le altre cose, Gasparri evidenzia: “Sulle fasce orarie il problema sono le complicazioni nell’attuazione della misura per tutte le tivù, non solo per la Rai. Se vogliamo abolirle, aboliamole, ma io sono per provare ad attuarle almeno in via sperimentale”.

Aggiornato il 09 aprile 2024 alle ore 15:15