Espulso quell’imam della moschea abusiva

È stato rimpatriato nel suo Paese d’origine un cittadino bengalese, espulso dal ministro dell’Interno per motivi di sicurezza pubblica. Il provvedimento è stato eseguito dalla Polizia. Un rimpatrio maturato a seguito di indagini di prevenzione “del fenomeno del radicalismo di matrice religiosa condotta dagli agenti della Sezione antiterrorismo della Digos in stretta sinergia con l’Ufficio immigrazione della Questura milanese. Lo straniero era già destinatario di un avviso orale del Questore di Milano e negli anni si sono evidenziati a suo carico numerosi precedenti penali e di polizia indicativi di una non trascurabile pericolosità sociale, in particolare nei confronti di persone di sesso femminile”.

Il soggetto in questione, secondo quanto detto dalla Polizia, sarebbe apparso recentemente in un servizio televisivo “trasmesso nel corso di un noto talk show politico, nel corso del quale è stato fortemente stigmatizzato l'asserito clima di paura dallo stesso causato tra gli abitanti del quartiere dove si trova il centro culturale; nella circostanza lo straniero aveva proferito frasi minatorie anche all’indirizzo della giornalista che stava realizzando il servizio”.

“L’espulsione dell’imam della moschea abusiva di via Zambelli – ha affermato, in una nota, l’eurodeputata e consigliera comunale della Lega, Silvia Sardone – è indice della pericolosità dell’islam radicale che prolifera nella nostra città, purtroppo nel silenzio dell’Amministrazione comunale succube delle varie comunità musulmane che in spregio a ogni regola operano nella più totale illegalità”.

“Giusta l’espulsione dall’Italia, firmata dal ministro dell’Interno, dell’imam di una moschea abusiva”: così la deputata Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità della Lega. “Vorremmo ora sentire cosa ne pensano le femministe dem, che per anni ci hanno raccontato la favola della buona integrazione”.

Aggiornato il 09 aprile 2024 alle ore 16:29