Sono 29 i detenuti che hanno deciso di togliersi la vita nelle carceri italiane in questi primi mesi del 2024. L’anno scorso sono stati 69 i casi di suicidio in prigione, mentre il 2022 è stato uno degli anni peggiori da quando questo dato viene analizzato, con 84 casi di questo genere. Non solo detenuti, ma anche tre appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria hanno scelto di togliersi la vita, “nell’inerzia assoluta delle Istituzioni, al di là delle dichiarazioni di stile o, meglio, di facciata”, ha commentato quasi un mese fa Gennarino De Fazio, Segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. E i dati parlano chiaro: in Italia ci sono circa 14mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili, mentre alle autorità penitenziarie mancano alla conta circa 18mila unità, per far si che il sistema detentivo del Paese possa essere definito come tale.
L’emergenza carceri, definita da De Fazio una “vera e propria ecatombe”, ha scatenato come sempre un giro di commenti e dichiarazioni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invocato: “servono interventi urgenti”, ricevendo alcuni esponenti della polizia penitenziaria al Quirinale. Per contrastare il fenomeno dei suicidi in carcere è necessario, per il capo di Stato, implementare “l’assistenza sanitaria nelle prigioni, che è una esigenza diffusa ampia, indispensabile”. Visto che si tratta di vite umane, questo problema “va affrontato con urgenza per rispetto dei valori della nostra Costituzione, per rispetto di chi negli istituti carcerari è detenuto e per chi vi lavora”, ha concluso Mattarella.
Per ultimo, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo essere stato criticato per una mancata presa di posizione dal deputato Fabrizio Benzoni – “Parla come se suicidi in carcere non fossero emergenze”, ha accusato il politico di Azione il Guardasigilli – ha deciso di passare dalle parole ai decreti. “Al fine di prevenire e contrastare il drammatico fenomeno dei suicidi nell’ambito della popolazione detenuta, ho firmato per il corrente anno l’assegnazione di 5 milioni di euro all’amministrazione penitenziaria”, ha annunciato Nordio. Lo stanziamento per i servizi di trattamento e psicologici negli istituti è raddoppiato, e coinvolgerà “esperti specializzati e di professionisti esterni all’amministrazione”, ha spiegato il ministro. Il budget, ha confermato Nordio, è “più che raddoppiato”.
Nel comunicato, il ministro della Giustizia ha specificato che “l’implemento dello stanziamento annuale di bilancio destinato alle finalità di prevenzione del fenomeno suicidario e di riduzione del disagio dei ristretti conferma – sottolinea Nordio – l’impegno da parte del Governo nella pronta adozione di misure necessarie per migliorare le condizioni detentive negli istituti penitenziari anche in vista di un intervento più strutturato e duraturo nel tempo da proporre come priorità nella prossima legge di bilancio”, ha concluso il Guardasigilli. Ma la prossima legge di bilancio – che arriverà dopo il triennio 2024-2026 – è molto lontana nel tempo, mentre l’emergenza è adesso.
Aggiornato il 04 aprile 2024 alle ore 11:33