La scelta per Gubbio di Rocco Girlanda

Chiarisce subito che è – e resta – un uomo di centrodestra. Rocco Girlanda, 58 anni, si candida come sindaco a Gubbio, con una lista civica e tante forze pronte a rilanciare la città di Sant’Ubaldo e della Festa dei Ceri. Una città per troppi anni “oppressa dal dominio della sinistra” sulla quale far convergere energie positive. Girlanda, parlamentare eletto nel 2008 con il Popolo della Libertà, sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti sotto l’allora ministro Maurizio Lupi, è pronto a una nuova sfida, come chiarisce nell’intervista concessa all’Opinione, in un momento di pausa della campagna elettorale (si voterà l’8 e il 9 giugno).

Rompiamo il ghiaccio: non è che è passato al centrosinistra?

No, assolutamente no. Gubbio è sempre stata governata dal centrosinistra, addirittura c’è stato anche il ballottaggio tra le forze della sinistra radicale e il Partito democratico. Pensare, in una città lontana dalla destra, anche per motivi storici, di poter proporre una candidatura politica prettamente di centrodestra, era un’impresa decisamente ardua. Per questo, ho lavorato per allargare il centrodestra ai gruppi civici, a quei gruppi pronti a mettersi al servizio della città, lasciando da parte di simboli. Non mi trovava d’accordo la scelta di virare su un candidato indicato dai partiti (Vittorio Fiorucci). Così ci siamo separati. La loro è una battaglia politica, mentre le Amministrative – per me – rappresentano una battaglia civica.

Anche perché un sindaco di estrazione di centrodestra, se non sbaglio, Gubbio non l’ha mai avuto. Quindi la sfida, se vogliamo, è ancor più affascinante…

Gubbio non ha mai avuto un sindaco che non fosse di sinistra o d’estrazione di centrosinistra. Peraltro, ricoprire la carica di sottosegretario alle Infrastrutture durante un Governo di emergenza nazionale (premier Enrico Letta), mi ha consentito di capire cosa voglia dire lavorare per il bene del Paese. Quell’esperienza l’ho fatta mia e intendo riproporla ora, proprio nell’ottica di lavorare per il bene della città.

Quali sono gli obiettivi che si pone il suo programma per Gubbio?

Strade, sviluppo economico e non solo. A mio avviso, dobbiamo liberare la città, oppressa da 50 anni di dominio della sinistra. Ci sono persone che non partecipano alle riunioni politiche per non esporsi. E poi fermare l’emorragia di coloro che lasciano Gubbio. Il Pil cittadino è composto per il 37 per cento dai cementifici. Lo sviluppo della Perugia-Ancona ha spazzato via l’isolamento viario di Gubbio. Adesso dobbiamo uscire dall’isolamento economico. Poi la sanità: l’Umbria era considerata il benchmark della sanità nazionale, adesso mi pare che la situazione non navighi in buone acque. È fondamentale tornare a liste d’attesa umane e interrompere la fuga dal pubblico, composto da professionisti seri.

A livello nazionale, infine, vede un atteggiamento dell’elettorato verso il fronte moderato. O, se vogliamo, verso il centro del centrodestra?

La mia storia politica inizia con la Democrazia cristiana, poi sono stato coordinatore regionale e parlamentare di Forza Italia. Il futuro, a mio avviso, è moderato. La collocazione degli italiani è il centro. E il centro è moderato, lontano dai cespugli estremi. In tal senso, siamo in attesa di chi prosegua questo progetto. Silvio Berlusconi, storicamente, è stato l’unico leader.

Aggiornato il 21 marzo 2024 alle ore 17:09