Calderone: “Bisogna aumentare l’occupazione femminile”

“Lavoriamo per ridurre i fattori discriminatori nei confronti delle donne”. Lo sostiene Marina Calderone a proposito della situazione dell’occupazione femminile in Italia. La ministra del Lavoro, in un’intervista al Sole 24 Ore, afferma che “poco più di metà delle donne italiane hanno un lavoro. Una proporzione che è molto lontana dall’alta occupazione femminile, soprattutto del Nord Europa. È un problema anzitutto di giustizia sociale ed è una priorità del governo da affrontare a più livelli e con sistematicità”. Calderone pone l’accento sugli “ultimi numeri che ci ha consegnato l’Istat”. Numeri che “indicano un’inversione di tendenza, che va accompagnata e rafforzata. A questo rispondono misure di sostegno come l’aumento dell’assegno unico universale, il bonus asili nido e le agevolazioni per l’assunzione delle donne svantaggiate”.

La ministra del Lavoro ricorda: “Stiamo lavorando per inserire nel programma europeo Giovani donne e lavoro misure per valorizzare le donne nel mercato del lavoro e ridurre i fattori discriminatori, un’azione che intendiamo condividere con le Regioni. Ma c’è un altro aspetto: ridurre il gap è una necessità economica. Aumentare l’occupazione femminile, e giovanile, è indispensabile a garantire in prospettiva la crescita del Paese e la sostenibilità dei conti pubblici”.

La tragedia di Firenze “ha riacceso i riflettori sul tema della sicurezza sul lavoro, che era però già al centro di un’azione ben precisa del Governo con una serie di interventi. In sintesi, da una parte occorre penalizzare pesantemente chi viola le norme, dall’altra incentivare i comportamenti virtuosi e la scelta di rientrare nel rispetto delle regole”. Sul fronte dei controlli “già con gli oltre 800 ispettori inseriti nel 2023 – conclude Calderone – puntiamo a un aumento del 40 per cento dei controlli nel 2024. Stiamo poi valutando, insieme al Ministero della Funzione pubblica, la possibilità di un reclutamento straordinario sui ruoli tecnici dell’Ispettorato, che presenta però delle criticità rispetto alla classificazione contrattuale”.

Aggiornato il 08 marzo 2024 alle ore 18:38