Numeri inquietanti e spaventosi, quelli che emergono dalla vicenda “dossieraggio” ed elencati dal procuratore Raffaele Cantone in audizione presso la Commissione parlamentare antimafia.
Uno spaccato di una vicenda gravissima avvenuta “con i soldi dei contribuenti italiani”, come ha ricordato l’altra sera ospite della trasmissione di Paolo Del Debbio il Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, la quale ha aggiunto che “si tratta di funzionari dello Stato che hanno commesso gravi violazioni”, che hanno tradito, aggiungiamo noi, il solenne giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana.
A parlare di episodi senza precedenti anche il vicepremier, Antonio Tajani, che ricorda come “non sia questione di destra o di sinistra, la vicenda coinvolge tutte le istituzioni democratiche dello Stato”. C’è ora da chiedersi il perché, in un Paese civile, si possano violare sistematicamente banche dati riservate, le cosiddette SoS (segnalazioni di operazioni sospette, ndr), varate per fronteggiare principalmente la mafia.
Non è solo una necessità di salvaguardia della vita civile e democratica del nostro Paese, ma è la tutela stessa delle nostre istituzioni nel suo complesso la grande questione in gioco. Si delinea una attività “parallela” a quella legale, svolta da magistrati e polizia giudiziaria. I fatti che emergono, ora dopo ora, aumentato il disagio, la preoccupazione di chi le istituzioni avrebbe dovuto tutelare e non “spiarle” illegalmente. Non è ancor ben chiaro chi fosse il regista di questa mega, illegale, schedatura di contatti e telefonate. Chi ha “commissionato” e “ordinato” queste attività ha minato l’essenza stessa della nostra democrazia, con danni ancora non calcolabili.
Un Paese che, ancora una volta, si riscopre fragile e vulnerabile, non capace di tutelare i cittadini, i rappresentati istituzionali, ministri, imprenditori, giornalisti e politici in generale. Ed è davvero assurdo e clamoroso pensare che, tra qualche mese, l’Italia ospiterà i grandi del G7 in Puglia, regione fortemente voluta, per l’occasione, dal Presidente del Consiglio dei ministri. Non vogliamo immaginare un “dossieraggio” abusivo e illegale, anche, ai danni dei capi di governo di altri Paesi. Sarebbe troppo e porrebbe l’Italia nella luce peggiore che si possa immaginare. Come se, la luce attuale, non sia già fosca e pessima a livello internazionale.
Aggiornato il 08 marzo 2024 alle ore 12:37