L’aumento dei suicidi negli istituti di pena “è oggettivamente insostenibile”. Così in un’intervista al Foglio il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, il quale spera “in una inversione della tendenza nei prossimi mesi, anche per le specifiche terapie che il Ministero sta ponendo in essere”. Nello specifico, parla di un intensificarsi dei “rapporti con le autorità sanitarie del posto, con gli enti locali, in modo da provare a intercettare con largo anticipo le situazioni problematiche della persona”. Allo stesso tempo, dice Sisto, “abbiamo poi fornito precise e perentorie istruzioni ai provveditori regionali e ai direttori degli istituti penitenziari per avviare e completare rapidamente la verifica di situazioni di disagio psicologico all’interno degli istituti”.
Sul versante delle infrastrutture, contro il sovraffollamento, è in previsione l’utilizzo di caserme dismesse e la costruzione di nuovi istituti penitenziari, “recentemente oggetto di finanziamento da oltre 160 milioni di euro”. Per il viceministro, “entro il 2025 avremo oltre duemila posti in più negli istituti di pena”. Infine, Sisto ribadisce che dietro le sbarre ci deve essere solo chi effettivamente merita la custodia inframuraria, “con una nuova, più costituzionale apertura di credito verso chi dia concreti e inequivocabili segnali di adesione ai percorsi riabilitativi”.
Da segnalare, poi, l’intervento di Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), che nota: “Non ci resta che sperare nel lavoro dei commissari dell’Ue che lavorano al report sullo Stato di diritto nel nostro Paese che ha nel sistema penitenziario il suo tallone di Achille”. E ancora: “Dopo i ripetuti tentativi di aprire un confronto con Ministero e Governo sull’emergenza carcere, non ci resta che sperare nel lavoro dei commissari dell’Ue che negli anni passati hanno contribuito ad avviare 82 procedure di infrazione contro l’Italia che ha già dovuto pagare tra il 2012 e il 2021 circa 800 milioni di euro. La situazione dei nostri istituti penitenziari – va avanti – è ampiamente fuori ogni normativa europea di giustizia, come dimostrano il 17esimo suicidio di un detenuto dall'inizio dell’anno e i 1.800 casi di aggressione al personale penitenziario avvenuti nel 2023”.
Infine, il prossimo 20 febbraio, presso il Roma Scout Center (Largo dello Scautismo), Antigone illustrerà le Prospettive minori, il settimo Rapporto sulla giustizia minorile in Italia. Come riferito ad Antigone, in una nota, “la giustizia penale minorile negli ultimi mesi è stata messa in discussione da provvedimenti come il cosiddetto dl Caivano. È un sistema che negli ultimi trentacinque anni ha dimostrato di funzionare, mettendo al centro i ragazzi e le ragazze, cercando di ricostruire per loro un futuro che sia lontano dal reato commesso. Oggi, purtroppo, nel futuro di questi ragazzi si delineano delle prospettive minori. E sono prospettive minori quelle a disposizione degli stessi operatori della giustizia e delle carceri minorili, che fanno un lavoro straordinario a cui però le nuove norme hanno sottratto strumenti e possibilità”.
Aggiornato il 13 febbraio 2024 alle ore 13:18