Mai, assolutamente mai, sottovalutare quel genio sregolato che è Vittorio Sgarbi! L’essere stato estromesso dal Governo Meloni come sottosegretario alla Cultura per la presunta incompatibilità tra il ruolo politico nel Governo e la sua attività professionale, fa di Sgarbi una mina vagante soprattutto per le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Il principe dei critici d’arte e dei divulgatori culturali italiani è una persona che, come i grandi personaggi, suscita sentimenti contrastanti e quindi è: amato o odiato. Nemmeno Silvio Berlusconi era riuscito a domarne il suo carattere spigoloso, anticonformista e libertario. La politica italiana, dopo la fine della Prima Repubblica e la distruzione da parte di Tangentopoli dei partiti storici – Democrazia cristiana, Partito socialista, Partito repubblicano italiano, il Partito liberale e Partito socialdemocratico (risparmiando solo il Partito comunista italiano) – è diventata fluida. L’elettorato passivo era fedele al proprio partito. Alle elezioni politiche era considerato un successo o un insuccesso lo spostamento in positivo o in negativo di qualche decimale di punto.
Da tempo ormai una parte importante degli elettori che si recano alle urne vota con la pancia e può cambiare gli equilibri precari di una era politica dove si sono persi gli ideali politici che hanno caratterizzato il Ventesimo secolo. Oggi, una buona parte di chi va a votare, cambia continuamente le proprie preferenze anche se spesso nell’ambito dello stesso schieramento politico di centrosinistra o di centrodestra. L’aumento ormai patologico per una democrazia di chi si astiene dal voto è la testimonianza del fatto che le attuali forze politiche non rappresentano più il sentire di chi per scelta da tempo diserta le urne. La recente rivelazione che Vittorio Sgarbi ha fatto al quotidiano Il Messaggero (“a giugno voglio lanciare il partito degli eccentrici”) è tutt’altro che una boutade.
L’idea di formare un movimento politico di scopo per le Europee coinvolgendo altri personaggi “eccentrici” come Stefano Bandecchi, Cateno De Luca, Roberto Vannacci e Gianluigi Paragone ha un suo fondamento e soprattutto una concreta possibilità di superare la soglia di sbarramento del 4 per cento per entrare nel Parlamento europeo. Presi singolarmente gli ipotetici fondatori del “partito degli eccentrici” hanno un loro seguito politico. La prima volta di Vittorio Sgarbi in Parlamento è datata 1992. Quando è stato eletto alla Camera dei deputati per il Partito liberale italiano. Stefano Bandecchi è riuscito, a sorpresa, a diventare sindaco di Terni schierandosi contro sia la coalizione di centrodestra che quella di centrosinistra. Anch’egli è considerato un personaggio eccentrico, senza peli sulla lingua, che riesce a raccogliere il consenso mutando l’esperienza, a mio avviso, fatta da Beppe Grillo e dai pentastellati della prima ora. Movimento di “scapigliati” che è riuscito a conquistare incredibilmente il Governo del Paese per una intera legislatura.
Cateno De Luca, dopo la fortunata esperienza di sindaco di Messina, è attualmente primo cittadino di Taormina. Ha creato un movimento politico “Sud chiama Nord” che è riuscito ad esprimere due parlamentari eletti all’uninominale (uno al Senato ed uno alla Camera) alla prima tornata elettorale. Infine, Gianluigi Paragone che, con il suo ex movimento politico Italexit, era quotato dai sondaggi intorno al 2 per cento. In politica i risultati singoli non si sommano ma è evidente che insieme non sarebbe impossibile superare la soglia di sbarramento del 4 per cento garantendo non meno di 3/4 seggi nel Parlamento europeo. L’unico vero problema che i potenziali alleati dovranno affrontare è il loro “eccessivo protagonismo individuale”.
Aggiornato il 13 febbraio 2024 alle ore 15:43