Il Decreto legislativo per l’attuazione della delega numero 33/2023 Consiglio dei ministri in materia di politiche in favore delle persone anziane approda in per l’approvazione. Una riforma che nello stanziare complessivamente oltre un miliardo di euro per i primi due anni ha l’obiettivo di promuovere il mantenimento in salute e l’integrazione sociale degli anziani, riformando finalmente la disciplina vigente in materia. Una riforma che secondo la viceministra del Lavoro Maria Teresa Bellucci “punta a costruire un nuovo modello di welfare e che permetterà di dare risposte concrete ai bisogni dei nostri oltre 14 milioni di anziani, di cui 3,8 non autosufficienti”. Tra le novità vi è l’introduzione dello Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (Snaa) volto a favorire la programmazione e la condivisione dei vari interventi di natura pubblica in materia sociale, così da semplificare la gestione dei percorsi dedicati agli anziani e alle loro famiglie.
Il decreto, inoltre, trasforma la vigente indennità di accompagnamento in una prestazione universale per la non autosufficienza destinata, nella fase sperimentale agli gli anziani qualificati come “gravissimi” sulla base di criteri che saranno individuati da una Commissione tecnico-scientifica da nominare con decreto. In particolare, nell’inziale avvio sperimentale, la prestazione è a beneficio degli anziani almeno 80enni, con un elevato livello di assistenza e un Isee di natura sociosanitaria non superiore a 6mila euro. La prestazione a cadenza mensile si compone di una quota fissa monetaria corrispondente all’indennità di accompagnamento e di una quota integrativa definita “assegno di assistenza”, pari a mille euro al mese da destinare ai servizi alla persona che dovrà essere restituito se non utilizzato nella sua interezza. Un esperimento a cui il Governo dedica un budget complessivo di 500 milioni non suscettibile di scostamenti nonostante il potenziale numero di domande superiore rispetto alle risorse stanziate.
Una riforma necessaria che intende favorire il rispetto della dignità e il benessere delle persone anziane e limitare l’emarginazione sociale, agendo su più fronti. Il decreto mira, infatti, a garantire l’accesso ai servizi sociali e sociosanitari attraverso i Punti unici di accesso (Pua) chiamati a coordinare l’attività di presa in carico della persona, così come la mobilità delle persone anziane nei contesti urbani ed extraurbani grazie ad un servizio di trasporto pubblico e privato appositamente dedicato. Ma non solo, l’atto normativo prevede uno stanziamento di cinque milioni di euro per l’attuazione di misure volte a favorire il raggiungimento di mete turistiche per gli over 65 attraverso la stipula di convenzioni con le strutture ricettive, termali, balneari così da consentire alle persone l’accessibilità turistico-culturale. La trasformazione, che richiede il coinvolgimento di tutti ministeri interessati, è ormai partita, e benché per la sua integrale attuazione occorrerà attendere la fine dell’anno appena iniziato, i tempi dettati dal Pnrr dovranno essere rispettati. L’Italia merita il rafforzamento dei servizi per il cittadino.
Aggiornato il 26 gennaio 2024 alle ore 11:47