“La Costituzione per sé si deve scrivere tutti assieme, ma non c’è stata nessuna buona volontà. Dal confronto noi abbiamo tratto le criticità da voi rappresentate e abbiamo detto siamo aperti al dialogo, ma non rinunciamo all’elezione diretta”. Parola e musica di Elisabetta Casellati, ministra delle Riforme, nella sua replica sul premierato. Rivolgendosi alle opposizioni, nel corso della discussione generale sulla riforma in corso nella commissione Affari costituzionali del Senato, osserva: “L’idea originaria è quella che sta scritta nel nostro programma elettorale e cioè l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Quindi respingo con forza il fatto che non ci sia stato ascolto e confronto. Invece, proprio l’attività di ascolto ha portato a questo risultato”.
Casellati, inoltre, rimarca che l’attività di ascolto “non è stata passiva”. In più, ricorda: “Se il disegno di legge è stato presentato a un anno dal mio insediamento come ministro, questo significa qualcosa ed è che fin dall’inizio ho cominciato interlocuzioni con i partiti delle opposizioni, con le categorie con i sindacati. Quindi un po’ mi dispiace quando uno dice volete fare da soli o la Costituzione si scrive insieme. Certo, ma se avessi voluto farla da sola, l’avrei presentata un anno fa”.
Elisabetta Casellati, parlando alle minoranze, ribadisce: “Qual è per voi il punto di incontro e di costruzione di cui parlate tanto e che si deve fare assieme? Noi rinunceremo a una serie di punti, ma qual è il vostro sforzo per arrivare a una condivisione così sbandierata per scrivere insieme la Costituzione?”. E precisa: “Ribadisco che i poteri del Presidente della Repubblica non sono stati toccati, nel dibattito si sta alimentando un dualismo lacerante che si basa su un fraintendimento dei ruoli. Il Presidente della Repubblica non ha poteri di partecipazione alle funzioni di indirizzo politico, ma di garanzia dei valori costituzionali e di rappresentanza dell’unità nazionale. Quindi – termina – la sua neutralità e autorevolezza derivano essenzialmente dal fatto di attingere sua legittimazione direttamente dai valori unitari della Costituzione”.
Secondo il senatore dem Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali, “il punto è che non esiste nel mondo, e nemmeno nel sistema solare, una forma di Governo definibile al tempo stesso parlamentare e presidenziale! C’è da essere parecchio preoccupati”.
Aggiornato il 24 gennaio 2024 alle ore 17:06