Emmanuel Macron ha chiesto una reunion del Centro. “Ricomponete le vostre fratture, altrimenti alle Europee rischiamo di perdere tutti”. È il monito che il 9 gennaio scorso Renew Europe ha recapitato ai partiti italiani che fanno parte del rassemblement centrista fondato dal presidente francese: Azione, Italia viva e Più Europa. L’occasione era stata offerta dal Global Europe Forum organizzato a Bruxelles. Ma le battaglie interne al Terzo polo sono ormai ridotte a una lotta per la sopravvivenza. Chi resterà ancora in piedi dopo le Europee? Le ruggini fra Matteo Renzi e Carlo Calenda bloccano gli ingranaggi, anche in vista di un voto che, per le singole forze, si annuncia assai complicato. Una ricomposizione dei loro partiti appare impossibile. I tradimenti e i voltafaccia reciprochi hanno incrinato i rapporti, già logori. L’ultimo tentativo per presentarsi tutti insieme lo sta facendo Più Europa, che a febbraio organizza un appuntamento “per riunire chi ha un minimo comune denominatore: il rilancio del progetto di integrazione europea”, ha spiegato il segretario Riccardo Magi. L’idea è quella di presentare “una lista di scopo”, che presuppone legami fra le forze molto meno impegnativi di un’alleanza vera e propria.
Azione, però, ha ribadito il suo “no” a una corsa con Italia viva: “Sarebbe incomprensibile”, ha risposto Carlo Calenda, che spera comunque “di fare una lista con Più Europa”. Ma Calenda aveva tradito anche Più Europa. Proprio durante la campagna elettorale delle Politiche del 2022. Quando, qualche giorno dopo l’accordo con il Pd di Enrico Letta (siglato con un “apostolico” bacio calendiano) e il partito di Emma Bonino, il leader di Azione aveva fatto retromarcia, per abbracciare (senza baciare) Matteo Renzi. Salvo, poi, abbandonarlo successivamente. Ora, l’appuntamento di Più Europa è in programma il 10 febbraio. Ma l’infortunio della storica leader radicale (frattura del femore, ndr) potrebbe provocare uno slittamento. Tuttavia, Più Europa non abbandona la speranza: “Non dobbiamo scegliere fra Italia viva e Azione”, ha spiegato Magi. “Il nostro è un invito aperto che va oltre i singoli partiti. Si basa sull’appello di Emma Bonino Ora gli Stati Uniti d’Europa a cui hanno già aderito personalità come Carlo Cottarelli, Renato Soru, Marco Bentivogli e Giusi Nicolini. Vediamo chi verrà”. Italia viva ha annunciato che ci sarà: “Mi sembra la soluzione più intelligente e condivisibile per mettere al centro del dibattito il sogno europeo e non le beghe italiane”, ha detto l’ultrarenziana Maria Elena Boschi. Certo è che, anche sulla postura, gli approcci sono diversi. Renzi, a proposito, correrà in prima persona, mentre sia Bonino sia Calenda hanno più volte criticato i leader che si candidano già sapendo che non andranno a Bruxelles. Una posizione ribadita anche da Romano Prodi: “Legittimo, ma la democrazia fa un passo indietro”. Parole che risuonano anche nel Pd, dove è in corso il dibattito sulla possibilità di una candidatura della segretaria, Elly Schlein.
Aggiornato il 23 gennaio 2024 alle ore 17:04