Il Graffio di Trisolino

La Cancel culture è un problema, subdolo ma concreto. È la figlia barbara del vuoto, e si presenta come una oscurantista idiozia che ciclicamente viene diffusa tra le masse dagli estremisti, e che viene poi difesa da alcuni intellettuali in cerca di spessore. Viene prescritta come farmaco drogante dalla più irrazionale furia populista, e suo nemico principale è il discernimento critico sugli eventi storici, periodo per periodo. Che barbarie cancellare per dimenticare gli sforzi e le sfumature delle evoluzioni e delle involuzioni storiche di civiltà. A chi imbrattava le statue di Cristoforo Colombo o di Indro Montanelli, io dico: basta con questi metodi inutilmente incivili!

Dove arriverà la furia nichilista della cancellazione culturale? Verranno a storcere il naso persino sulle immagini e sulle intestazioni toponomastiche dedicate per esempio a San Paolo di Tarso, solo perché secondo il “tribunale” del politicamente corretto una sua frase sul ruolo della donna nel rapporto di coppia genera oggi giustamente troppi dubbi?

Beh, i dubbi sono sacri e servono a crescere, interrogandosi sempre, mai a cancellare la grandezza di una civiltà che, fra luci e ombre, può investire sulle luci per scacciare vie le ombre, e con esse il nichilismo che sodomizza la libera espressione delle coscienze.

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Aggiornato il 23 gennaio 2024 alle ore 13:02