Marina Calderone assicura il varo di una “riforma complessiva. Richiede tempo, ma il cantiere pensioni non è mai stato chiuso”. Lo conferma la ministra del Lavoro in un’intervista alla Stampa. Per quanto riguarda la previdenza “il mio primo presupposto – spiega – è che il carburante del sistema contributivo è il lavoro. Ed è sull’accesso e l’integrazione nel mercato del lavoro che dobbiamo operare. Avvalendoci dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale, durante la legislatura definiremo tutti gli interventi utili per mettere in protezione chi deve uscire dal lavoro in anticipo perché ha già lavorato tanto e chi, al contrario, deve ancora cominciare a costruire la propria posizione previdenziale, integrando nelle analisi anche la previdenza complementare”.
Al posto del Reddito di cittadinanza a fine mese va in pagamento l’Assegno di inclusione. “Entro il 26 pagheremo l’assegno a circa 450mila nuclei familiari. Le domande finora arrivate sono 520mila e la platea potenziale sfiorerà le 737mila famiglie, pari a oltre 1,7 milioni di persone”. Quanto alle stime di 900mila persone che perderebbero il sussidio la ministra spiega che “fa riferimento a stime non attuali e non tiene conto che la platea di chi percepiva originariamente il reddito è stata sdoppiata: da un lato gli occupabili, dall’altra i nuclei fragili”. L’emergenza di queste ore sul fronte lavoro oggi si chiama ex Ilva. “Stiamo affrontando tutti gli aspetti, nessuno escluso. Sulla cassa integrazione siamo già intervenuti per assicurare la prosecuzione degli ammortizzatori sociali. Dobbiamo tutelare tutti i lavoratori dell’Ilva in senso ampio, dallo stabilimento di Taranto fino alle altre unità produttive, non disperdendo il loro patrimonio di competenze – conclude – come già annunciato, apriremo un tavolo con le associazioni sindacali e datoriali e presteremo attenzione a chi rappresenta l’indotto”.
Aggiornato il 17 gennaio 2024 alle ore 15:57