Conservatori, progressisti e regressisti

La festa di “Atreju 2023” è stata un indiscutibile successo mediatico e di pubblico per Fratelli d’Italia. La ventiquattresima edizione della festa della destra italiana ha avuto una copertura sui giornali, sulle televisioni e su tutti i social senza precedenti. Non solo perché Fratelli d’Italia è il partito di maggioranza relativa della coalizione di Governo ed esprime la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, ma anche perché l’organizzazione ha saputo trasformare una festa di partito in un interessante momento d’incontro di esponenti politici di diverso orientamento. Si sono dibattuti i principali temi di attualità del momento: la situazione dell’economia e delle finanze pubbliche, la transizione ecologica, il problema delle riforme istituzionali e della governance in Italia, la riforma della giustizia, la crisi sulla gestione dei migranti, i problemi sulla natalità e infine le prossime elezioni europee. Gli organizzatori della kermesse hanno saputo scegliere gli ospiti per rendere i dibattiti equilibrati invitando all’uopo politici e personalità della Repubblica schierati in maniera antitetica sulle singole tematiche oggetto della discussione.

È stata della segretaria dem Elly Schlein e del verde Angelo Bonelli la scelta di declinare l’invito con motivazioni strumentali. È stato fallimentare il tentativo da parte di Elly Schlein di contrapporre, nelle stesse giornate, una manifestazione di partito con il tema “L’Europa che vogliamo”. Mediaticamente ha stravinto la kermesse della destra. Nei dibattiti politici bene hanno fatto gli organizzatori. Si sono confrontati apertamente politici dell’opposizione con quelli della maggioranza, senza esclusioni di colpi e senza alcun pregiudizio. Nell’incontro voluto dalla Schlein il Partito democratico ha rispolverato la vecchia nomenklatura cattocomunista rappresentata dai tre ex presidenti del Consiglio: il professor Romano Prodi, Enrico Letta, Paolo Gentiloni e si è rivista la “pasionaria” ultracattolica Rosy Bindi. È mancato all’appello solo l’ex segretario politico Walter Veltroni. Se l’obiettivo era quello di cercare di oscurare l’evento che si è tenuto a Castel Sant’Angelo il risultato non ha avuto l’effetto sperato.

Tuttavia, dal confronto tra i due eventi è emersa la plastica constatazione che alcuni termini lessicali sono da tempo obsoleti. Chi sono oggi in Italia i conservatori e chi i progressisti? Chi vuole cambiare le cose per renderle compatibili con le esigenze di una democrazia moderna e chi sono quelli che vogliono mantenere lo status quo in Italia e in Europa? Alla manifestazione di Atreju è stato invitato, come ospite d’onore Elon Musk, il visionario ultramiliardario che è stato accolto come una superstar nonostante su alcuni aspetti che investono la sfera personale, come “la gravidanza surrogata” o la manifattura italiana di eccellenza nel settore dell’automotive alimentata a combustione, l’ecologista patron della Tesla, ovvero il costruttore della prima auto elettrica, è lontano anni luce dal sentire di Fratelli d’Italia. All’incontro promosso dalla segretaria del Pd hanno partecipato personalità politiche che hanno lo sguardo rivolto al passato.

Gli argomenti del “nonno nobile” del Partito democratico sono stati “se invitano Musk e Vox vivono in un mondo diverso” oppure Schlein “può essere la federatrice del centrosinistra”. In sostanza, sono partiti conservatori coloro che vogliono riformare le vetuste istituzioni italiane, rendere l’Unione europea qualcosa di diverso da un ingovernabile condominio e che dialogano con uno tra gli imprenditori più innovatori del mondo, magari invitandolo ad investire in Italia? Sono progressisti coloro che sono contrari a qualsiasi riforma della governance, della giustizia e vogliono mantenere lo status quo in Italia? Non è un caso che larga parte dei giovani italiani che si interessano alla politica guardino alla destra e al centrodestra. Forse è arrivato il momento di ridefinire nella politica italiana chi sono i veri conservatori e chi i veri progressisti. Più che progressisti, definiamoli regressisti!

Aggiornato il 18 dicembre 2023 alle ore 12:44