Premierato, Casellati: “Si inizia con un buon clima”

Al via l’iter parlamentare del Disegno di legge Casellati sul premierato. Il testo, a cui è stato abbinato il Ddl Renzi sul cosiddetto “sindaco d’Italia”, è approdato in Commissione Affari costituzionali del Senato. Il presidente della Commissione e relatore, Alberto Balboni, ha illustrato entrambi i testi. È seguito un lungo e laborioso ufficio di presidenza che ha concordato sui primi 16 soggetti da audire. Si inizierà martedì 28 novembre, alle 13. I soggetti da ascoltare su cui si è concordato sono gli ex presidenti di Corte costituzionali, docenti di diritto costituzionale e le forze sociali. Una successiva seduta, per concludere le audizioni dei primi 16 soggetti, è stata fissata al giovedì successivo dalle 8.30 alle 10, prima dell’inizio dell’Aula.

Maria Elisabetta Casellati ha apprezzato il clima dei lavori. “Oggi in Commissione – ha detto la ministra per le Riforme – si è concordato sui tempi e sui nomi delle prime audizioni, quindi l’avvio dell’esame è stato buono. Vedremo il prosieguo”. Interpellata sui tempi di esame della riforma costituzionale, Casellati ha risposto: “Ancora presto per pronunciarsi, ora ci saranno le audizioni e dopo decideremo. Non c’è compressione di tempi. Il fatto che si sia concordato sulle categorie da ascoltare in audizione indica che si inizi in un clima buono”.

I cronisti hanno chiesto a Casellati una valutazione sul Ddl Renzi, abbinato al suo, che oltre all’elezione diretta del premier prevede per questo anche maggiori poteri, come quello di nomina e revoca dei ministri: “Ora deve valutare il Parlamento, perché il Parlamento è sovrano. Il mio Ddl – ha proseguito – non tocca le prerogative del capo dello Stato, che sono definite in 9 articoli della Costituzione, nessuno dei quali viene modificato. Ho fatto questa scelta perché potrebbe essere un punto di caduta”. Quanto al merito del suo Ddl, i giornalisti hanno chiesto se il tema della soglia e del premio di maggioranza potrà essere ritoccato: “Abbiamo indicato un premio del 55 per cento perché assicura stabilità, la legge elettorale definirà il resto. Mi confronterò con tutti ma è prematuro dare indicazioni”.

Ma le opposizioni hanno attaccato il modus operandi. “Hanno subito tentato di forzare i tempi”, si è lamentato Andrea Giorgis, capogruppo del Pd in Commissione. Oltre ai primi 16 soggetti concordati entro lunedì ciascun gruppo indicherà altri quattro nomi da ascoltare. Alessandra Maiorino (M5s), Dario Parrini (Pd) e Peppe De Cristofaro (Avs) hanno riferito che assieme ad Azione “concorderanno i nomi” da indicare per le audizioni. In questo accordo tra le opposizioni probabilmente non rientrerà Italia viva, anche perché viene esaminato il suo Ddl che prevede anch’esso l’elezione diretta del premier. Il Ddl a prima firma di Matteo Renzi è anche più incisivo del Ddl Casellati nell’intervento sull’attuale Costituzione, dato che accresce anche i poteri del premier eletto e prevede il ritorno alle urne in caso di caduta del suo Governo.

Aggiornato il 23 novembre 2023 alle ore 16:02