“Voglio ribadire non sono abituato a rimanere in silenzio quando ci sono degli accordi su cui da ministro e segretario di partito non vengo consultato”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nella replica alla Camera dopo le comunicazioni sul protocollo Italia-Albania. “La verità è oggettiva: tutto è accaduto alla luce del sole. La prima riunione dedicata a questo tema si è svolta nel mio ufficio a Palazzo Chigi, presente il ministro Piantedosi. Nessuno di noi è stato scavalcato, tutte le Amministrazione competenti hanno partecipato all’elaborazione di questo accordo”. E nello specifico, Tajani osserva: “Il protocollo Italia-Albania è un tassello significativo nella strategia complessiva del Governo, in un contesto internazionale di crescente instabilità, che rischia di incrementare i flussi migratori e l’odioso mercato dei trafficanti. Un mercato che continua a lucrare sulla disperazione e a mietere vittime, come dimostra il nuovo naufragio verificatosi ieri al largo di Lampedusa”.
Il ministro degli Esteri aggiunge: “Prevenire le partenze irregolari, rafforzare le frontiere esterne, combattere gli scafisti, migliorare il sistema dei rimpatri, ampliare i canali di migrazione legale, accogliere chi ha diritto alla protezione internazionale: ecco gli ingredienti principali del nuovo approccio che stiamo cercando di affermare in Europa”. In tal senso, “si inserisce il Protocollo di collaborazione con l’Albania”. Un “Paese amico e candidato all’adesione all’Unione europea. Un Paese che continueremo a sostenere nelle sue aspirazioni a entrare a far parte dell’Ue”. Sottolinea Tajani: “La vitalità dei rapporti tra Italia e Albania si fonda su legami storici e profondi, che toccano tutte le dimensioni: politica, economica, culturale, sociale, e anche di sicurezza”. Per esempio “la cooperazione di polizia vanta eccellenti livelli di integrazione – ricorda Antonio Tajani – a partire dal primo accordo tra ministri dell’Interno del 1991. Lotta al traffico illecito di sostanze stupefacenti e alla criminalità sono al centro dell’attività di squadre investigative congiunte. Altrettanto intensa – va avanti – è la cooperazione giudiziaria”. Peraltro, rimarca il ministro, “con l’Albania siamo inoltre in procinto di firmare un importante accordo in materia di pensioni e previdenza sociale. La nostra è un’amicizia che si basa anche sulla comune appartenenza all’Alleanza atlantica”.
“Il protocollo stabilisce che nei due centri non potranno trovarsi complessivamente più di 3mila migranti nello stesso momento – annuncia Tajani – e che i migranti potranno arrivare nel porto albanese solo con navi delle autorità italiane, intervenute in operazioni di soccorso. Non si potranno trainare i barconi degli scafisti, né indirizzare verso l’Albania imbarcazioni gestite da Organizzazioni non governative. I migranti avranno esattamente lo stesso trattamento previsto dalle norme italiane ed europee. In Albania potranno essere condotti solo i migranti che possono essere trattenuti nelle strutture che li accolgono. Secondo le norme italiane ed europee oggi vigenti, si tratta di due categorie di migranti”. Ossia: “La prima è quella dei richiedenti asilo soggetti a procedura accelerata di frontiera. Quindi persone non vulnerabili provenienti da Paesi sicuri o migranti che abbiano già presentato domanda di asilo, ottenendo un diniego. La seconda categoria è quella delle persone in attesa di rimpatrio, dopo l’accertamento dell'assenza dei requisiti per il soggiorno in Italia. Nella struttura in Albania non potranno in nessun caso essere accolti soggetti vulnerabili, quali, ad esempio, minori e donne in gravidanza”.
Infine, Tajani dice: “Il Governo intende sottoporre in tempi rapidi alle Camere un disegno di legge di ratifica che contenga anche le norme e gli stanziamenti necessari all’attuazione del protocollo. Il dibattito di oggi e il voto che lo concluderà dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che il nostro Governo non si è mai sottratto, specie su questioni di tale rilevanza, al dialogo e al vaglio del Parlamento”. Per la cronaca, osserva Tajani, “i costi” dei centri per i migranti in Albania “sono interamente a carico dell’Italia”. Costi che “si articolano in due componenti. La prima è quella delle attività svolte direttamente dalle autorità italiane”. Tipo la “ristrutturazione degli edifici esistenti al porto”, la “costruzione del centro per il trattenimento”, la “gestione delle due aree concesse all’Italia, stipendi e trattamento di missione del personale italiano”. Per quanto concerne la seconda componente, si tratta delle “attività svolte dalle autorità albanesi e soggette a rimborso da parte italiana”. Quindi, per esempio, “la vigilanza della polizia albanese all’esterno delle strutture, eventuali ricoveri ospedalieri dei migranti, eventuali risarcimenti da contenziosi interni e internazionali, l’accoglienza dei migranti che chiedessero asilo in Albania”. Per questi costi, dichiara Tajani, “l’Italia dovrà rimborsare lo Stato albanese”. Ed “è previsto un anticipo iniziale di 16 milioni e mezzo”. Allo stesso tempo, “i successivi rifinanziamenti potranno avvenire semestralmente a seguito di rendicontazione”.
Aggiornato il 21 novembre 2023 alle ore 16:16