Rai, Simona Agnes: “TeleMeloni non esiste”

“Pronto un piano che guarda al futuro”. Eletta in quota Forza Italia, protetta di Gianni Letta, Simona Agnes immagina una Rai all’avanguardia. In un’intervista al Messaggero, la consigliera d’amministrazione rivendica il primato di Viale Mazzini. “La Rai – afferma – è la più importante industria culturale del Paese. Si appresta ad affrontare un piano industriale che prevede il processo di trasformazione da broadcaster tradizionale a digital media company, per rimanere al passo dei cambiamenti in atto”. Agnes ricorda che “sul tavolo c’è anche un piano immobiliare importante, che prevede tra l’altro, con uno sguardo rivolto al futuro, la riqualificazione dello storico palazzo di Viale Mazzini, punto di riferimento della governance aziendale e simbolo insostituibile della storia del servizio pubblico; la ristrutturazione di Saxa Rubra; e un grande centro di produzione a Milano all’avanguardia e in linea con le nuove tecnologie eco-sostenibili”, aggiunge. Per Agnes, “il taglio del canone rappresenta sicuramente una sfida complessa alla quale la Rai con la forza dei suoi dipendenti sarà in grado di rispondere in modo efficace”. E sulla definizione di TeleMeloni afferma: “Non esiste una TeleMeloni. La Rai è informazione nazionale e regionale, cultura, intrattenimento, approfondimento, giornalismo d’inchiesta, sport, cinema, fiction e documentari”.

Frattanto, è legittima la multa da 75mila euro inflitta dall’Agcom nel 2017 alla Rai per il contenuto di alcune scene della puntata del telefilm poliziesco Squadra speciale Lipsia ritenute violative del Codice di autoregolamentazione Media e minori. L’ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso dell’emittente televisiva. Si è trattato di un episodio della serie televisiva intitolato Vuoto di memoria trasmesso nel pomeriggio del 26 settembre 2016 (in “fascia protetta”), contenente, secondo le valutazioni dell’Autorità, cinque scene con espliciti contenuti sessuali, ritenuti non appropriati per i minorenni. Il Tar, premettendo come “la valutazione dell’Autorità in ordine all’idoneità della scena a pregiudicare lo sviluppo del telespettatore minorenne risulta fondata: sulla collocazione oraria della scena nell’ambito della fascia oraria “protetta”; sulla rappresentazione realistica di scene a contenuto sessuale e di violenza, idonee a nuocere alla tutela degli interessi morali, etici e di corretto sviluppo psichico dei minori-spettatori” e rimarcando come “i contenuti stigmatizzati non sono stati preceduti dalla doverosa informativa grafica in ordine alla preferibile fruizione del programma da parte di (solo) pubblico adulto (peraltro, in linea di principio, non consona all’orario di diffusione dell’episodio di cui trattasi)”, ha ritenuto che “con riferimento al contenuto delle sequenze prese in esame da Agcom, nonché al numero ed alla durata complessiva delle stesse, appieno ricorrono gli estremi per la sanzionabilità della diffusione dell’episodio”. La conclusione del collegio è che “l’atto impugnato non riveli mende sotto il profilo motivazionale, atteso che il fondamento giustificativo dell’irrogata sanzione dimostra adeguata rilevanza ai fini della emersione di una inosservanza degli obblighi sull’emittente gravante alla stregua della richiamata normazione primaria, nonché del pure citato Codice di autoregolamentazione. Né l’irrogata sanzione, avuto riguardo alla gravità della condotta posta in essere da Rai, rivela carattere di censurabile sproporzione”.

Aggiornato il 20 novembre 2023 alle ore 18:58