Il sangue degli innocenti non è sempre uguale

Questi amanti della pace senza democrazia e libertà le distinzioni le fanno, eccome.

Certo, come si fa a non piangere lacrime amarissime nel vedere e nell’assistere impotenti allo strazio, alla morte di centinaia, migliaia di ragazzini a Gaza, vittime di quelle atrocità che sono la risposta a un’altra atrocità consumata con protervia e ferocia? Certo: quel dolore, quella sofferenza, quelle morti sono uguali quale che sia la lingua parlata, il Dio in cui si crede. Di identico colore è il sangue che scorre nelle vene, come ci ricorda da tempo immemorabile Shylock, l’ebreo del Mercante di Venezia (leggetelo quel sublime monologo, se non l’avete fatto). È atroce e insopportabile quello che accade e vediamo fare. Si può e si deve dire: in nome del diritto alla sopravvivenza si è costretti a venir meno a tutti quei valori, quei sogni, quelle aspirazioni che hanno guidato i padri fondatori dello stato d’Israele. Si può e si deve dire che Benjamin Netanyahu ha gravi, imperdonabili responsabilità; prima o poi sarà chiamato a risponderne, lui e chi scelleratamente lo sostiene. Ma questo non muta di un solo millimetro l’orrore per quello che pratica e teorizza Hamas; per quello che praticano e teorizzano i sostenitori di Hamas a partire da Iran e Russia. Quello che fanno, che vogliono fare, lo dicono, lo hanno detto. Come a suo tempo lo hanno detto i nazisti e non si volle vedere, non si volle capire.

Lo spirito di Neville Chamberlain e di Édouard Daladier è lo stesso che anima oggi certe piazze, certi cortei, ciechi, sordi, muti. Poi c’è la madre di tutte le ipocrisie, che – almeno quella! – dovrebbe esserci risparmiata. E invece no, con aria compunta sedicenti amanti della pace ci dicono: “Il sangue degli innocenti è uguale, non facciamo distinzione”. Ipocriti, falsi. Sì che le fanno le distinzioni, non da ora; sempre. Chi ha pianto per il sangue dei ragazzini ceceni? Chi per il sangue dei ragazzini della Georgia, dell’Ucraina da dieci anni in guerra? Chi piange per il sangue dei ragazzini in Sudan, nell’ex Congo, nella Nigeria? Chi piange per il sangue dei ragazzini e delle donne massacrate in Iran, in Afghanistan, in Tibet? Non è rosso il sangue dei Montagnard, degli Uiguri, dei Rohingya? Manifestino pure per una pace unilaterale senza diritti e senza libertà e democrazia; brucino pure le bandiere purché siano quelle israeliane e degli Stati Uniti (mai una russa o iraniana); facciano e dicano quello che pare a loro, ma per favore evitino almeno questa odiosa ipocrisia del “sangue degli innocenti è uguale, non facciamo distinzione”.

Aggiornato il 13 novembre 2023 alle ore 11:19