Contrastare e prevenire il traffico di esseri umani, ma soprattutto accogliere chi ha diritto alla protezione. Sono questi tre gli obiettivi principali dell’accordo siglato tra Italia e Albania. L’intesa tra la premier Giorgia Meloni e il suo omologo Edi Rama ha prodotto un protocollo secondo il quale l’Italia potrà realizzare due strutture in Albania per la gestione dei migranti illegali. “Potranno accogliere inizialmente sino a tremila persone che resteranno qui per il tempo di espletare le domande di asilo ed, eventualmente, ai fini del rimpatrio”, ha osservato Meloni al termine dell’incontro. Il primo ministro italiano ha poi specificato che l’accordo tra i due Paesi non riguarda “i minori, le donne in gravidanza e soggetti vulnerabili”. “Se l’Italia chiama, l’Albania c’è. La geografia è ora la maledizione dell’Italia. Se si entra in Italia, si entra in Europa”, ha chiosato Edi Rama. Questa novità nella lotta contro il traffico di esseri umani – una delle battaglie prioritarie del Governo di Meloni – rafforza “il nostro ruolo da protagonista in Europa”, ha dichiarato il titolare della Farnesina Antonio Tajani.
Ma da sinistra stanno piovendo critiche a più non posso, forse perché l’opposizione ha colto l’importanza dell’intesa bilaterale tra le due Nazioni. C’è perfino chi, come Riccardo Magi di +Europa, parla di “una Guantanamo italiana”, che si verrebbe a creare con i centri di accoglienza in Albania. Anche Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra non ci sta, e grida alla deportazione. “Definire questi centri in Albania semplici luoghi di gestione dei flussi migratori è eufemistico e fuorviante; ciò che sta accadendo è una vera e propria deportazione in palese violazione delle convenzioni e del diritto internazionale”, ha tuonato il portavoce nazionale di Europa Verde. “Non oso pensare ma già immagino che cosa potrebbe accadere in quei mega centri che hanno in mente” ha commentato Nicola Fratoianni, pronunciando uno di quei vaticini che tanto piacciono ai suoi.
La verità è che nessuno possiede abbastanza informazioni per poter esaltare o criticare l’operato di Meloni e Rama. L’ha ricordato prima di tutti l’Unione europea, visto che Bruxelles “non ha ancora ricevuto informazioni dettagliate” sul patto. “Ci risulta – ha proseguito un portavoce della Commissione europea – che questo accordo operativo debba ancora essere tradotto in legge dall’Italia e ulteriormente implementato”. In fin dei conti, se l’intesa fra Italia e Albania si rivelerà essere una mossa vincente, ancora non si sa. Ciò che è certo è che la sinistra, colpita da un’isteria collettiva, ha dimostrato quanto teme l’importanza del passo in avanti fatto dal Governo Meloni.
Aggiornato il 07 novembre 2023 alle ore 14:58