Cachet illegali, “Il Fatto Quotidiano” accusa Sgarbi: il sottosegretario querela

Vittorio Sgarbi è finito al centro di aspre polemiche per i cachet ricevuti durante l’attività di sottosegretario alla Cultura. In base a quanto si apprende, nessun fascicolo d’indagine è stato avviato dalla Procura di Roma, in relazione a presunte consulenze ottenute nell’ultimo anno da Sgarbi. A Piazzale Clodio è, invece, ancora aperto il procedimento che vede indagato il critico d’arte per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Una vicenda che riguarda l’acquisto di un quadro a un’asta e che risale all’ottobre del 2020. Seconda l’accusa, Sgarbi non avrebbe pagato i debiti con l’Agenzia delle Entrate per un totale di circa 715mila euro. A luglio, sempre in base a quanto si apprende, il sottosegretario avrebbe ricevuto l’elezione di domicilio e al momento non è stato ancora ascoltato dagli inquirenti. Secondo Il Fatto Quotidiano, per queste ragioni, i magistrati gli contesterebbero la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte come previsto dall’articolo 11 della legge 74 del 2000, che punisce chiunque “al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva”. Ma il critico d’arte non ci sta e contrattacca. Si tratta di “una sequela di bugie che procurano un grave danno reputazionale mio e di tutti gli altri soggetti citati, accomunandoli a ipotesi di reato che, in quanto fondate su presupposti falsi, configurano una grave calunnia per la quale, adesso, si renderà necessaria anche una denuncia alla Procura della Repubblica”.

In una lunga nota, il sottosegretario accusa il quotidiano di riportare “integralmente le ricostruzioni diffamatorie e calunniose di una lettera anonima inviata a istituzioni e giornali attraverso la violazione fraudolenta di due account di posta elettronica in uso alla mia segreteria, rendendosi così complice delle falsità in essa contenute spacciandole per fatti, getta discredito sul mio operato e su quello dei miei collaboratori, con irreparabile pregiudizio sotto il profilo professionale e umano”. Poi ad Affaritaliani.it il sottosegretario alla Cultura alla domanda sulla possibilità di eventuali dimissioni risponde: “Nessuna”. Qualunque articolo “viene pagato, come qualunque libro genera diritti d’autore. Ogni libera prestazione, conferenza, spettacolo, deve essere pagata”, conclude Sgarbi. Nella vicenda interviene anche Gennaro Sangiuliano. “Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose”. Lo dice al Fatto Quotidiano il ministro della Cultura. “Ho subito avvertito chi di dovere – afferma – e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto, si sa, non l’ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro”. “Io – precisa Sangiuliano parlando delle attività di Sgarbi, parallele al ruolo da sottosegretario – non sapevo nulla, l’ho appreso leggendo l’articolo del Fatto. Ma se fino a ieri potevo dire di non sapere ora so, e dunque scatta la mia responsabilità. E infatti metterò in essere una serie di atti che potrebbero avere delle conseguenze”.

Parlando di Sgarbi precisa: “Va in giro a promettere cose irrealizzabili. E io poi dopo devo andare a spiegare ai giornali che questa cosa non esiste, che non si può fare, che c’è una procedura, che bisogna rispettare le leggi, che tutto va fatto con l’Agenzia del demanio. Se faccio l’elenco delle cose che lui dice che bisogna comprare tocca spendere 1 miliardo che lo Stato non ha. Comunque, ho scritto a chi di dovere”. Sangiuliano chiarisce che il riferimento è all’Antritrust: “Sì, dovrà verificare una volta per tutte se quell’attività a pagamento è contraria alla legge. A me sembra di sì, e infatti appena venerdì ho appreso della questione, ho preso tutte le carte e le ho subito mandate all’Antitrust, che è l’istituzione competente. E questo lo posso dimostrare”. “Quella del ministro Sangiuliano è una intervista falsa”, ha detto il sottosegretario alla Cultura Sgarbi. Il critico avrebbe letto ai giornalisti un messaggio ricevuto dal ministro che recitava: “Non ho rilasciato alcuna intervista, ho solo detto di non sapere di cosa si parlasse”. “La telefonata che mi ha fatto poche ore fa è esattamente di spirito contrario a quanto si legge in quella falsificazione”, ha aggiunto Sgarbi. “L’ultima volta che abbiamo parlato è stato 12 ore fa e mi ha fatto venire a Bologna dimostrando un affetto straordinario”. Intanto, il portavoce dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha spiegato: “Confermiamo la ricezione della documentazione inviata dagli uffici del ministro Sangiuliano. L’Autorità ha immediatamente iniziato l’esame della documentazione ricevuta”.

Aggiornato il 25 ottobre 2023 alle ore 16:33