Il Governo italiano ha deciso “di ripristinare i controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia”. Così Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, che ha continuato: “La sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa si è resa necessaria per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale. E me ne assumo la piena responsabilità. Ne abbiamo parlato con i colleghi sloveni, ai quali abbiamo rinnovato la nostra piena collaborazione sul contrasto ai flussi di migranti illegali”.
A ciò si è aggiunta la nota di Palazzo Chigi: “Il ripristino dei controlli alle frontiere interne, già adottato nell’area Schengen, è stato comunicato dal ministro Piantedosi al vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas, al commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, al segretario generale del Consiglio dell’Unione europea Thérèse Blanchet e ai ministri dell’Interno degli Stati membri Ue e dei Paesi associati Schengen”. In sostanza, “l’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa, in particolare dopo l’attacco condotto nei confronti di Israele, ha infatti aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all’interno dell’Unione. Un quadro ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria – è evidenziato – cui l’Italia è soggetta, via mare e via terra (140mila arrivi sulle coste italiane, +85 per cento rispetto al 2022)”. Per la cronaca, nella sola regione del Friuli-Venezia Giulia, dall’inizio dell’anno, sono state individuate 16mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale. Lo scenario, oggetto di approfondimento anche da parte del Comitato di analisi strategica anti-terrorismo istituito presso il Ministero dell’Interno, “conferma la necessità di un ulteriore rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo. Nelle valutazioni nazionali, infatti, le misure di polizia alla frontiera italo-slovena – hanno sottolineato – non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta”.
Questa la tempistica che ha specificato Palazzo Chigi. La misura verrà attuata da sabato 21 ottobre “per un periodo di 10 giorni, prorogabili ai sensi del Regolamento Ue 2016/339. Le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci. Ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente, nell’auspicio di un rapido ritorno alla piena libera circolazione”. Il Governo sloveno, da par sua, ha deciso di reintrodurre controlli ai confini con la Croazia e l’Ungheria per almeno dieci giorni. “Va notato che si tratta di una misura temporanea e che deve rimanere un’eccezione, introdotta solo come misura estrema che deve essere sottoposta a condizioni rigorose, soprattutto per quanto riguarda l’attuazione e la durata” sono state le parole del premier croato, Andrej Plenković.
A Mattino Cinque, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha detto: “Abbiamo chiuso soltanto Schengen al confine con la Slovenia per evitare che attraverso la rotta balcanica arrivino terroristi che possano colpire nel nostro Paese o in Europa. Non abbiamo rischi di attentati, non c’è nessun segnale in questa direzione però non possiamo abbassare la guardia, anzi la alziamo proprio per la prevenzione”. E per proteggere “i siti, in particolare quelli frequentati da cittadini di religione ebraica, per impedire che ci siano azioni violente”. Sul tema è intervenuto pure Maurizio Lupi (Noi moderati): “La decisione su Schengen rappresenta un segnale”. Peraltro, tenendo conto della tensione “che aumenta, riguardo anche a possibili problemi legati a terroristi, attentati e risveglio di cellule. C’è bisogno di dare un segnale, in particolare sulla rotta balcanica che è segnalata come una delle rotte in cui attraverso gli ingressi regolari passano anche dei potenziali terroristi. Mi sembra che sia un segnale non strumentale ma importante da dare per dire che le misure si restringono perché, dopo quanto successo anche a Bruxelles, dobbiamo essere tutti attenti”. Carlo Calenda, leader di Azione, ha ammesso: “Se ci sono elementi di intelligence concreti, quella di sospendere parzialmente Schengen, è una decisione giusta e inevitabile”. Mentre Antonella Zedda, senatrice, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama, ha commentato: “La chiusura delle frontiere interne con la Slovenia rappresenta un atto di assoluto buonsenso da parte del Governo Meloni. La recrudescenza del terrorismo islamico, innescata da fattori geopolitici, non lascia spazio a buonismi di sorta: la sicurezza dei cittadini italiani è troppo importante. Dunque, non possiamo permetterci di lasciare aperto un confine, quello della rotta balcanica, che soltanto nel 2023 ha portato a 16mila ingressi di immigrati clandestini. Con i fatti e non con le parole il Governo Meloni continua a contrastare l’immigrazione clandestina”.
Nota a margine. Il vicepremier Matteo Salvini ha indicato: “Controlli e nessuna tolleranza per chi anche in Italia inneggia alla violenza e al terrorismo”. In più, ha annunciato che a Milano “il 4 novembre come Lega inviteremo tutti a manifestare per difendere i diritti e le libertà che ci siamo conquistati”. Dagli alleati di centrodestra, però, è emersa una certa freddezza. Tajani, per esempio, ha specificato: “Forza Italia non fa manifestazioni”. E alla domanda se la Lega faccia bene o meno ad allestire l’appuntamento, il ministro degli Esteri ha chiuso: “Domandatelo a chi organizza la manifestazione”. “Non si tratta di un errore, ma è solo una questione di opportunità. La preoccupazione è che andare in piazza in questo momento, inconsapevolmente, possa attirare elementi esagitati, fomentare chi non crede nei nostri valori e provocare forti contestazioni. È il tempo che è sbagliato, infatti noi non abbiamo organizzato nulla”. Parole e musica del vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, esponente di Forza Italia, che in colloquio con Affaritaliani ha parlato della manifestazione della Lega: “Il rischio è che qualche infiltrato voglia fare casino, contestare e provocare scontri. Quella piazza può attirare soggetti pericolosi, che non credono ai nostri valori che la Lega vuole difendere”. E ha terminato: “È una certezza che in Italia siano arrivati soggetti che poi sono andati in giro per l’Europa a fare attentati. Quello di Bruxelles è solo l’ultimo caso. Finora l’Italia è stato un Paese di transito e non un target, sono stati sventati attentati grazie al grande lavoro dell’intelligence e delle forze di polizia. Ma è acclarato che tra i migranti che sbarcano ci sia anche chi vuole portare in Europa il jihad”.
Aggiornato il 19 ottobre 2023 alle ore 17:14