La forza d’Israele è tutta nel suo popolo e nella ferrea volontà degli ebrei, che vivono in qualsiasi parte del mondo, di salvaguardare la loro Nazione. È l’unico posto dove si sentono al sicuro dall’antisemitismo e dalle atrocità che hanno dovuto subire. Per loro è il luogo dove, corsi e ricorsi della storia, possono eventualmente andare a vivere quando diventa insostenibile la permanenza in Stati nei quali ciclicamente ritornano gli indegni rigurgiti anti ebraici.
Israele è l’ancora di salvezza di tutti gli ebrei della diaspora. È un popolo nel quale convivono democraticamente gli ebrei ortodossi, i cittadini di religione islamica e i non credenti. È forse l’unico Paese al mondo realmente cosmopolita in quanto i circa 9 milioni 500mila abitanti di religione ebraica provengono da tutte le parti del mondo. Li accomuna non solo la religione, ma un sentimento di mutua assistenza. Solidarietà di un popolo che sta ancora una volta dimostrando la sua forza, dopo il devastante attacco terroristico del 7 ottobre scorso da parte dei terroristi di Hamas.
Molti giovani che vivono in Europa e che hanno la doppia cittadinanza, dopo il vile attentato terroristico, senza indugio sono rientrati in Israele per arruolarsi nell’esercito per difendere la loro Patria. Molti europei non comprendono come è possibile il fatto che giovani, affermati professionisti, imprenditori o semplici lavoratori di religione ebraica, lascino la “sicura Europa” per trasferirsi in un Paese che dalla sua fondazione, nel 1948 è, senza soluzione di continuità, in guerra con i vicini arabi. Accettano, con coraggio, di vivere in un posto dove gli attentati sono all’ordine del giorno. Tutti i governi, laburisti o di centrodestra, che si sono succeduti dal 1948 fino ad oggi non hanno mai lasciato nulla di intentato per convivere pacificamente con tutti i Paesi arabi confinanti con Israele. A costo di forti contestazioni interne al Paese, i governi negli anni hanno ceduto territori e insediamenti ebraici pur di stipulare accordi di pace con le stesse nazioni dalle quali lo Stato di Israele si è dovuto difendere. La difesa dello Stato ebraico da parte dell’Occidente, per l’ennesima strage di innocenti che ha dovuto subire, contro i terroristi di Hamas e degli Hezbollah è il minimo risarcimento che il mondo libero deve a questo straordinario popolo che lotta ogni giorno per la sua stessa sopravvivenza.
Aggiornato il 19 ottobre 2023 alle ore 18:41