Salario minimo, la proposta di legge è rinviata in Commissione

Ancora un rinvio sul salario minimo. La Camera ha rimandato in Commissione la proposta di legge. La richiesta è stata approvata per 21 voti di differenza. La discussione generale si era conclusa nella seduta di fine luglio, in cui è stato incardinato il provvedimento, sul quale il 3 agosto è stata votata dalla maggioranza una sospensiva. La nuova discussione era prevista in mattinata, ma dopo l’intervento del Cnel presieduto dall’ex ministro Renato Brunetta, è arrivata la richiesta della maggioranza di far tornare il testo in Commissione. L’organo costituzionale la scorsa settimana ha presentato al Governo un documento che boccia l’introduzione del salario minimo. Formalmente è stato il presidente della commissione Lavoro della Camera Walter Rizzetto (Fdi) che ha chiesto in Aula il rinvio in Commissione dalla proposta di legge. La presidenza della Camera ha respinto la richiesta del capogruppo di M5s, Francesco Silvestri, di dichiarare inammissibile il rinvio in Commissione della proposta di legge sul salario minimo richiesto dalla maggioranza.

A rendere noto in aula il diniego, in base ai precedenti, è stata la vicepresidente Anna Ascani, che presiede i lavori. “La richiesta di un ulteriore rinvio è la cronaca di una fuga annunciata. Quello che stiamo votando oggi è un colpo a 3,5 milioni di lavoratori poveri e poverissimi”. Lo ha detto la segretaria Pd, Elly Schlein, intervenendo in Aula alla Camera alla discussione sul salario minimo. “Il segnale che state lanciando loro è: non contate nulla, le vostre condizioni di lavoro non hanno diritto di essere rappresentate. Questa Italia per voi non esiste”. Per la leader dem, “il rinvio” della proposta di legge sul salario minimo in commissione “è un modo per Giorgia Meloni di gettare la palla in tribuna. Avete trovato una opposizione coesa e combattiva”.

Carlo Calenda attacca sui social. “Sul salario minimo – scrive il leader di Azione – la maggioranza sta facendo un errore drammatico per la vita di tanti italiani che lavorano e faticano. Non siamo stati contrari alla limitazione del Reddito di cittadinanza, chi può lavorare deve lavorare. Ma chi lavora deve percepire un salario giusto che gli consenta di vivere. Abbiamo dato disponibilità a cancellare il fondo per il sostegno delle imprese e dunque portare la misura ad avere impatto zero sulle finanze pubbliche. Neppure a queste condizioni Meloni ha dato un ok. Atteggiamento sbagliato, ingiusto e miope”.

Tommaso Foti replica alle opposizioni. “Il centrodestra – afferma il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera – ritiene fondato il rinvio in commissione perché vi è stato un fatto nuovo: il parere espresso da un organo costituzionale, il Cnel, nel quale si dicono cose ben precise. Quando non si hanno argomentazioni si protesta, invece di pensare alle fughe altrui si leggano gli atti”. E aggiunge: “Forse è sfuggito a chi è in fuga da qualche anno: nel 2014 il M5s ha presentato una proposta di legge mai discussa in Aula e sul salario minimo a 9 euro: dal 2014 ad oggi sempre 9 euro minimi? Era uno sbaglio allora o una presa in giro quella di oggi individuando la stessa cifra? È una presa in giro o un compromesso? Spiegatene le ragioni sotto il profilo economico e sociale oppure dite che è solo una cifra buttata lì”. Infine, il contrattacco alla sinistra: “La differenza tra quest’Aula e lo stadio è che qui c’è chi è abituato a fare leggi, altri in fuga dallo stadio vengono qui a comportarsi come se fossero in uno stadio”.

Aggiornato il 18 ottobre 2023 alle ore 19:23