Rai, Ricciardi: “Il Pd non ci difese quando Draghi escluse M5s”

“Abbiamo migliorato il testo, nessun voto di scambio”. Riccardo Ricciardi attacca il Pd. Le ragioni vanno ricercate nel sì del Movimento 5 stelle al contratto di servizio Rai. La rottura rischia di riflettersi sul confronto tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Secondo Ricciardi, componente della commissione Vigilanza Rai e vicepresidente del M5s, “il Pd è un partito che da quando è nato ha sempre occupato posti di potere in Rai e che, quando il governo guidato da Mario Draghi fece le sue nomine e lasciò fuori il M5S, il primo partito della sua maggioranza, non disse una parola. Furono sleali”.

Ricciardi a Repubblica dice di “non accettare lezioni dai dem”. Il via libera al contratto di servizio è “una decisione basata sul lavoro fatto in questi mesi. Quando parti da un testo presentato dalla maggioranza che non condividi e arrivi a migliorarlo molto perché alcune tue proposte vengono accettate, allora ti comporti di conseguenza. Se non avessero accolto nulla non staremmo qui a parlare di un voto favorevole. Astenerci? Il rischio di un ritorno al testo iniziale e alla riapertura agli emendamenti pericolosi della maggioranza era troppo alto”.

“Se penso al tema principale, cioè la nostra richiesta di salvaguardare il giornalismo d’inchiesta – afferma ancora Ricciardi – penso che per loro sarebbe stato più problematico non accoglierlo che il contrario”. C’è poi, tra i risultati ottenuti, “la citazione della valorizzazione delle sedi regionali, la tutela delle minoranze linguistiche, il sostegno audiovisivo alle arti”. Rispetto alle voci di uno scambio col governo per alcune condirezioni, per Ricciardi sono “falsità rese ancor più ridicole dal fatto che sono diffuse da partiti che hanno sempre partecipato senza farsi grossi problemi alla lottizzazione del servizio pubblico”.

Aggiornato il 04 ottobre 2023 alle ore 17:48