Giustizia, Caiazza: “Il Parlamento lancia segnali incoraggianti”

“Sulla questione delle intercettazioni, il Governo ha emanato alcune settimane fa un decreto-legge che costituisce la più drastica espansione della facoltà di uso dello strumento delle intercettazioni ambientali e telefoniche nella storia repubblicana”. Lo sostiene Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione camere penali italiane, in un suo intervento sul Riformista di qualche giorno fa. Caiazza scrive che, alla vigilia dell’anniversario della strage di Via D’Amelio, “il ministro Carlo Nordio chiacchiera imprudentemente di concorso esterno, Giorgia Meloni si infuria e ordina di rimediare, altrimenti come farà a partecipare alle celebrazioni palermitane? E dunque si tira fuori dal sacco una pacata sentenza della Cassazione di un anno prima (luglio 2022!), che negava la legittimità di quella micidiale espansione in via interpretativa, in difesa del diritto costituzionale alla riservatezza, e si decide di correggerla in favore di telecamera”. Così, secondo Caiazza, “la purezza antimafiosa è riconquistata. Non è che il Parlamento abbia inteso cancellare questo scempio indecoroso, ma almeno, in un moto di ribellione e di residua dignità, ha pensato che si dovesse porvi un qualche rimedio. Nascono così, da una felice triangolazione Forza Italia-Italia viva-Azione, alcuni emendamenti, principalmente riferibili ai reati fuori dal catalogo mafioso. Obbligo di motivazione rafforzata del Gip; obbligo per la Pg di brogliacciare anche le conversazioni a discarico dell’indagato, e divieto di menzionare anche solo per titoli o per sintesi le conversazioni irrilevanti per le indagini; recupero della più virtuosa giurisprudenza in tema di limitazione dell’uso delle intercettazioni come pesca a strascico di reati diversi da quelli per le quali esse sono state autorizzate. Lega e Fratelli d’Italia, seppur controvoglia, hanno dovuto, come si suol dire, abbozzare”.

Secondo Caiazza, “ora qualche buon segnale arriva anche per la riforma della prescrizione. Grazie alla medesima triangolazione esterna alla compagine governativa, sembra si vada verso un netto ritorno al regime di prescrizione sostanziale, cancellando nel modo giusto sia lo scempio della riforma Bonafede, sia l’astruso rimedio della riforma Cartabia”. Insomma, per il presidente dell’Unione camere penali italiane arrivano dei segnali di vita dal Parlamento. “Di questi tempi, un’autentica rarità”.

Aggiornato il 03 ottobre 2023 alle ore 11:31