Incendio nel carcere minorile, “situazione inammissibile”

Compensare la carenza di organico. Intervenire sull’organizzazione del servizio all’interno degli istituti e “mettere mano alle norme relative all’ordinamento penitenziario ed al codice penale”. Inoltre, “creare spazi a disposizione del personale ed ausili tecnologici per migliorare il servizio”.

Massimo Costantino, segretario della Fns-Cisl Lazio, fa il punto a tutto tondo all’indomani dell’episodio di cronaca che ha avuto, come teatro, l’Istituto penale minorile (Ipm) Casal del Marmo”, che si trova a Roma, in via Giuseppe Barellai. In pratica, intorno all’ora di pranzo è divampato un rogo. Una cella risulta incendiata, il corridoio annerito. Un agente risulta intossicato, un sovrintendente è refertato con sette giorni di prognosi (avrebbe subito un morso al braccio sinistro), altri due sono in ospedale. Il subbuglio nella sezione è scaturito, secondo una prima ricostruzione, per “futili motivi”, legati a una questione di vitto. Sul posto anche i Vigili del fuoco, impegnati a domare le fiamme e una ambulanza. La struttura, al momento, vede la presenza di 47 minori.

Costantino, all’Opinione, ribadisce che è inammissibile la situazione in seno all’Ipm romano – “che è di primo livello” – perché non è presente una dirigente capo di Polizia penitenziaria, bensì un ispettore impegnato a coordinare, in quanto non è stato assegnato un comandante di reparto. Inoltre, c’è un “direttore reggente”. Ed è recentissimo anche l’arrivo di un vicedirettore.

Il segretario della Fns-Cisl Lazio, in generale, punta così il dito sulle gravi e non più sostenibili criticità del sistema penitenziario, che “continuano ad evidenziarsi quotidianamente”, tra la penuria di personale e “aggressioni giornaliere”. Tirando le somme, specifica Costantino, siamo davanti ad anomalie ormai datate “che non vengono ancora prese in debita considerazione dalla politica e dai governi”.

“I detenuti minori hanno un certo vissuto – continua Massimo Costantino – ma qui non possiamo andare avanti. Non c’è una differenziazione di circuiti, come avviene negli adulti”. Insomma, manca una differenziazione di spazi in base alla tipologia di reati commessi”. L’altro giorno, in ordine di tempo, l’incendio: “Un detenuto, a quanto pare, avrebbe richiesto un altro piatto – spiega Costantino – ma il cibo è sempre assicurato. A mio avviso si è trattato di un pretesto”.

La situazione, insomma, necessita di una attenzione particolare: “Non si può continuare a vivere alla giornata – sbotta il rappresentante sindacale – deve essere tangibile una prosecuzione stabile a livello di direzione dell’Istituto. Lo stato delle cose, per come è adesso, non aiuta. Gli stessi detenuti, sui quali è prevista una continuità dei progetti, devono avere una figura stabile, che sia un riferimento certo. Invece ci sono rotazioni. E ciò non è sinonimo di continuità. Perché un riferimento sicuro, per farla breve, fa capire che una determinata cosa va seguita in uno specifico modo. Che deve essere quello”.

Aggiornato il 03 ottobre 2023 alle ore 14:58