Edilizia, Tajani: “Nessun condono sulle grandi irregolarità”

Antonio Tajani spiega che non ci sarà “nessun condono” edilizio sulle grandi irregolarità. Lo dice il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al Corriere della Sera. “Verrà incardinato mercoledì un nostro disegno di legge per la rigenerazione urbana con una visione strategica di medio e lungo periodo, per ridurre le emissioni di Co2, per il recupero delle aree depresse. In questo processo – spiega il ministro forzista – per non creare ostacoli ad opere essenziali e utili, si potrà trovare un sistema per sanare piccole infrazioni. Ma nulla di più”. Per Tajani, “non si fa cassa con provvedimenti spot o irrealizzabili. I grandi risparmi necessitano grandi piani, a partire da una spending review seria che veda privatizzazioni ma anche provvedimenti come l’abbandono di affitti carissimi per uffici pubblici che possano essere trasferiti in immobili dismessi dello Stato come caserme. E poi la riforma della giustizia civile, la sburocratizzazione”.

A proposito delle banche, Tajani rivendica una sorta di moral suasion nei confronti di Giorgia Meloni. “Abbiamo subito detto che c’erano correzioni da fare per garantire i risparmiatori, gli stessi istituti soprattutto piccoli e medi e ancor più la credibilità dell’Italia agli occhi di investitori e mercati: la premier ci ha ascoltato e oggi siamo pienamente soddisfatti”. Rispetto al tema dell’immigrazione, secondo il titolare della Farnesina, “non si può affrontare a slogan ma con la politica e diplomazia. Con l’Onu, la Ue, i Paesi africani: come stiamo facendo. Dire mandiamo le navi a fermarli senza accordi internazionali sul modello di quello Sophia, è illudere gli italiani”. Tajani è a Parigi “dalla mia omologa Colonna, per rafforzare la collaborazione come proposto da Emmanuel Macron. E giovedì sarò a Berlino dalla ministra Annalena Baerbock, e con loro tratterò sia il tema di Ventimiglia, sul quale la Corte di Giustizia ci ha dato ragione, sia dei finanziamenti alle Ong tedesche, perché una cosa sono le azioni umanitarie, altra se si finanziano operazioni che influiscono sulla gestione in mare di un altro Stato”. Rispetto alla norma che prevede il pagamenti di 5mila euro per non finire in un Cpr, “vale solo – sottolinea – per chi arriva da Paesi sicuri, non per chi cerca asilo”.

Aggiornato il 26 settembre 2023 alle ore 08:39