“La tessera di questa Lega ce l’ho ancora, ma è l’ultima che faccio. L’anno prossimo non rinnovo più. Non sarò complice del tradimento del Nord di questa dirigenza. Salvini ha compiuto un’inversione a 180 gradi, ha abbandonato il programma federalista e autonomista, è passato dal verde al blu, dal Prima il Nord a Prima gli Italiani. A Radio Padania, che ora si chiama Radio Libertà, è stata pure bandita la parola Padania. E io che dovrei fare?”.
È un fiume in piena l’ex ministro leghista Roberto Castelli, che ha consegnato il suo sfogo alle colonne di Repubblica. E il suo ragionamento ha toccato pure la presenza di Marine Le Pen a Pontida: “Vederla lì mi fa effetto, ma dovrebbe far pensare più che altro tutti quelli che stanno sotto il palco e sventolano ancora le bandiere dell’autonomia. Ma come si fa a non capire che ormai la Lega è altra cosa”.
Per Castelli “l’unico coerente, alla fine, è Salvini. Ha scelto il proprio progetto personale e puntato sul centralismo, pure con una deriva vagamente meridionalista, a forza di promuovere il Ponte sullo Stretto, ed è ovvio che inviti Le Pen a Pontida. Le Europee si vincono con le alleanze, giusto che cerchi la sua sponda contro un centralismo ancora più pericoloso, quello europeo”.
A seguire, una battuta sulla riforma Calderoli (“a vedere come è stata scritta la legge, speriamo non vada troppo avanti: finirebbe per diventare un’altra fregatura per il Nord”), uno sguardo sull’immigrazione, con la critica al ministro dell’interno, Matteo Piantedosi (“totalmente incapace di gestire il fenomeno”) e un giudizio su Giorgia Meloni: “Si è democristianizzata, draghizzata”.
Intanto Massimiliano Fedriga, esponente leghista e governatore del Friuli-Venezia Giulia, sull’annuncio di Roberto Castelli ha risposto: “La Lega è in costante evoluzione, come è sempre stata nella sua storia, senza un’impostazione ideologica ma per rispondere alle esigenze dei cittadini”.
Aggiornato il 19 settembre 2023 alle ore 15:24