Voto in condotta e bullismo, la stretta di Valditara

Più importanza al voto in condotta, pene severe per gli studenti che attuano azioni di violenza o bullismo contro i docenti o i compagni, riforma dell’istruzione tecnico-professionale.

Il Governo e il Parlamento vogliono inasprire le norme per chi non si comporta bene tra i banchi: lunedì prossimo il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato che porterà all’attenzione del Consiglio dei ministri la riforma del voto in condotta e dell’istruzione tecnico-professionale, quest’ultima per rendere questa formazione più al passo con i tempi e appetibile al mercato del lavoro.

Il 25 settembre, invece, approderà in Aula – come ha anticipato il primo firmatario del provvedimento, il deputato della Lega, Rossano Sasso – il progetto di legge che mira a inasprire le pene per chi compie atti di violenza contro i docenti o gli altri studenti. Il voto in condotta avrà più importanza nella valutazione complessiva di uno studente, verrà ripristinato alle medie e inciderà sui crediti per l’ammissione all’Esame di Stato. Con la riforma si stabilisce poi che l’assegnazione del 5, e quindi la conseguente bocciatura, potrà avvenire anche a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del Regolamento di Istituto. L’assegnazione del 6 per la condotta genererà un debito scolastico, nelle scuole superiori, in materia di Educazione civica, che dovrà essere recuperato a settembre con una verifica sui valori costituzionali e i valori di cittadinanza.

Quanto alla sospensione, fino a 2 giorni non prevederà l’allontanamento dalla scuola ma al contrario le lezioni in classe, più impegno e più studio. Qualora la sospensione superi i 2 giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate, attività che potrà proseguire se lo stabilirà il consiglio di classe. La proposta di legge di Sasso invece mira a modificare il Codice penale, inasprendo di un terzo le pene già previste per chi commette violenze nei confronti degli insegnanti. Il messaggio è chiaro: “Chi tocca un insegnante, tocca lo Stato”, ha detto oggi il deputato.

Intanto, lo stanziamento della nuova programmazione di fondi Pon aumentata di un miliardo: il mondo dell’Istruzione potrà quindi contare su quasi 4 miliardi di risorse. Un miliardo il ministro vuole destinarlo a potenziare Agenda sud prevedendone l’estensione anche alle periferie del centro-nord, a pagare i docenti che aiutano in orario extra curriculare i tutor ma anche al Piano estate, per rendere la scuola un centro di aggregazione del territorio.

Sul fronte del caro affitti, infine, la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha spiegato oggi che il Ministero che lei guida ha fatto un censimento chiedendo a Comuni, Regioni, enti pubblici, enti privati, demanio, ministero della Difesa di segnalare gli immobili sfitti e disponibili, “ne abbiamo messi insieme 400 per un totale al grezzo di circa 80mila posti letto”.

Aggiornato il 14 settembre 2023 alle ore 17:47