Scuola, Valditara: “Insegnanti di sostegno da valorizzare”

“I docenti precari saranno confermati per tutto il ciclo scolastico dello studente”. Lo sostiene Giuseppe Valditara. Una delle principali novità che il ministro dell’Istruzione e del Merito vorrebbe introdurre è permettere agli insegnanti di sostegno di rimanere nella stessa scuola per fase formativa dello studente disabile. “Stiamo lavorando alla modifica del regolamento per le supplenze – annuncia in un’intervista alla Stampa – in modo da consentire la conferma dei docenti precari sui posti ricoperti per tutta la durata del ciclo scolastico frequentato dagli studenti con disabilità che sono loro affidati, nel pieno accordo fra le famiglie e le istituzioni scolastiche”. “L’insegnante di sostegno sarà sempre più importante in una scuola che vorrà farsi carico di promuovere le diverse abilità di tanti giovani che hanno straordinarie potenzialità e che devono essere aiutati ad esprimerle al meglio”, dichiara il ministro. “Abbiamo la necessità di incrementare il numero dei docenti sul sostegno”, ammette Valditara. “Le nomine andate a buon fine sono state quest’anno il 74 per cento a fronte del 53,2 per cento del 2022”, aggiunge. Rispetto ai posti vacanti, “la call-veloce” per il reclutamento straordinario “ha permesso di nominare in ruolo 2.444 docenti su posti disponibili in regioni diverse da quelle di inserimento in graduatoria”, rivela il ministro.

Intanto, secondo il portale The Conversation, “ritornare a scuola dopo le vacanze estive può essere un grosso problema”. Per alcuni bambini significa trasferirsi in una nuova classe con un nuovo insegnante. Altri andranno in una scuola del tutto nuova. Il cambiamento può essere entusiasmante, ma spesso è anche spaventoso. Per superare l’ansia dal rientro a scuola ecco sette consigli che arrivano da un approfondimento sul portale, a cura di due psicologhe della Rcsi University of Medicine and Health Sciences di Dublino. Il primo consiglio è far sapere ai figli che li si ascolta. Si potrebbe essere tentati di respingere le loro paure con una rapida rassicurazione che tutto andrà bene. Ma è più utile far sapere che sono compresi e si farà tutto il possibile per sostenerli. Il secondo suggerimento è capire cosa li preoccupa. Ci sono vari motivi per cui un bimbo potrebbe non voler andare a scuola.

Ad esempio per cercare di evitare qualcosa di negativo: il bullismo, un ambiente difficile creato anche dagli insegnanti, difficoltà nell’interagire con i compagni di classe o pressioni. Potrebbero esserci problemi come la dislessia, che rendono difficile la scuola. Oppure si potrebbe essere preoccupati di lasciare la casa in cui ci si è abituati a trascorrere tutto il tempo durante le vacanze estive e di dover invece studiare in un ambiente luminoso e rumoroso che potrebbe essere opprimente. Il bambino potrebbe infine provare ansia da separazione e voler star vicino ai genitori. Scoprire cosa lo preoccupa aiuterà a trovare una soluzione. Importante è poi far sapere ai bambini e ai ragazzi che avere paura è normale e non qualcosa di cui vergognarsi.

Essenziale è inoltre fare le cose passo per passo, organizzando un pomeriggio di gioco con alcuni compagni di scuola nei giorni precedenti l’inizio della scuola, in modo si possa recuperare il legame prima del giorno di inizio della scuola. Concentrarsi su una buona routine del sonno è importante, così come prestare attenzione al proprio umore in modo che non influenzi quello dei figli e incoraggiare l’ottimismo. Una strategia utile può essere scrivere ogni sera, prima di andare a letto, tre cose che non si vede l’ora di fare il giorno seguente: vedere gli amici, il pasto preferito. Questo può aiutare a bilanciare le emozioni negative.

Aggiornato il 07 settembre 2023 alle ore 16:11