L’inversione di Calenda

Prima da una parte, poi dall’altra. Un’inversione a “U” che fa scalpore ma non troppo, mentre dell’asse con Matteo Renzi – meglio noto come Terzo Polo – non sono rimaste nemmeno le briciole. Signore e signori, ecco Carlo Calenda. Che sui social verga: “Il Governo sembra intenzionato a presentare una riforma istituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio. È una riforma sbagliata nel merito e nel metodo. Quello che non funziona in Italia è il Parlamento e il rapporto tra Regioni e Stato centrale. Sarebbe utile che il governo si concentrasse su salari, sanità e Pnrr mentre le riforme istituzionali devono essere affrontate da una commissione bicamerale con poteri redigenti, cercando un accordo ampio”.

Eppure, in questo modo, sconfessa l’infografica social di un annetto fa (il Paese ha bisogno di governi stabili ed efficienti, al servizio dei cittadini. Con il Sindaco d’Italia, dopo le elezioni si sa subito chi ha vinto e chi vince governa per 5 anni… Elezione diretta del Presidente del Consiglio sul modello dei sindaci delle grandi città). E tanti saluti a un programma elettorale ormai da cestinare.

Ora Calenda, in cerca di partner, al Corriere della Sera dice: “Sì a un nuovo Partito della Repubblica fondato sui valori della prima parte della Carta. A ottobre Azione lancerà una costituente: porte aperte a liberali, popolari e riformisti”. Ma anche “no ai centrini che si alleano con il M5S se vince il M5S e con la destra se vince la destra, pur di occupare uno strapuntino”.

Poi accusa Matteo Renzi: “C’è grande delusione per il comportamento di Iv, Renzi ha preso in giro gli elettori promettendo che avrebbe fatto un passo indietro e favorito la nascita di un grande partito liberal-democratico. E invece, una volta rientrato in Parlamento, ha fatto saltare tutto per tenersi le mani libere e provare a entrare nel governo. Ma la responsabilità è mia che mi sono fidato, ora si volta pagina”.

E chiosa: “L’elezione diretta del premier non c’è in nessun Paese. Se eleggi il premier direttamente, depotenzi il presidente della Repubblica”. Oggi va così, domani chissà.

Aggiornato il 28 agosto 2023 alle ore 18:01