Lezioni di democrazia

Una vera democrazia rispetta la volontà del popolo sovrano. Se non si riesce a formare un governo politico espressione del mandato popolare si deve ritornare a votare! Il Re Felipe VI di Spagna ha conferito l’incarico di formare il governo ad Alberto Núñez Feijóo, presidente del Partito popolare spagnolo. La scelta operata dal monarca segue il pieno rispetto della consuetudine di affidare l’incarico al leader del partito che ha, nelle elezioni politiche, ottenuto la maggioranza relativa dei voti e dei seggi in Parlamento. Il monarca costituzionale spagnolo ha dimostrato concretamente rispetto della volontà popolare espressa nelle urne. Anche se la democrazia iberica è relativamente più giovane di quella italiana, l’inquilino del Palazzo Reale di Madrid ha dato una lezione di democrazia ai presidenti della Repubblica italiana che si sono succeduti negli ultimi trent’anni.

I governi devono essere politici in quanto legittimati da elezioni democratiche. Una democrazia compiuta non può accettare esecutivi calati dall’alto, sempre giustificati da presunte emergenze che possano giustificare la sospensione della democrazia. Il “monarca di fatto” che occupa il Quirinale, nella passata legislatura, in continuità con i precedenti inquilini del Colle più alto, decise dopo le elezioni politiche, che non avevano dato una chiara maggioranza, di conferire mandati esplorativi ai presidenti della Camera Roberto Fico e del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati di verificare la possibilità di formare una maggioranza tra i M5s e la Lega o tra M5s e il Partito democratico. Non prese neanche in considerazione l’ipotesi di affidare l’incarico al leader del centrodestra, Matteo Salvini. La coalizione aveva ottenuto il 37 per cento dei voti e 395 seggi (263 alla Camera e 137 al Senato) contro il Movimento 5 stelle, che aveva ottenuto il 32,7 per cento dei voti e 333 seggi in parlamento (222 alla Camera e 112 al Senato). In spregio alla volontà degli elettori, il presidente Sergio Mattarella decise di forzare la mano e chiamò al Quirinale “mister spending review” il “tecnico” Carlo Cottarelli, eletto (poi dimessosi) nella attuale legislatura come senatore del Pd.

A quel punto, due partiti antitetici politicamente, la Lega e M5s, si accordarono per formare l’esecutivo affidando la massima espressione del potere politico, la presidenza del Consiglio dei ministri, allo sconosciuto “avvocato del popolo” Giuseppe Conte. Fu una legislatura tra le più assurde dal punto di vista politico. Dopo il Conte 1, si formò il Conte 2, sostenuto dai partiti che avevano perso le elezioni. Infine, il governo “tecnico” successivo fu presieduto da Mario Draghi. La legislatura, tenuta in vita artificialmente, portò prima della crisi del governo Draghi, alla conferma di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Si tratta di una rielezione che non si sarebbe mai potuta verificare se fossero state sciolte le Camere per indire elezioni politiche anticipate. I danni inferti al nostro Paese, da una assurda legislatura democraticamente censurabile, li sconteremo per i prossimi lustri. Felipe VI di Spagna ci ha dato una lezione di democrazia!

Aggiornato il 28 agosto 2023 alle ore 15:05