La riforma fiscale, motore di sviluppo dell’economia

La Camera dei deputati, in terza lettura, ha approvato con 184 voti favorevoli, 85 voti contrari e nessun astenuto la legge delega di riforma fiscale. Finalmente, dopo 50 anni dalla grande riforma fiscale del 1973 (Legge Visentini), è stato conferito il mandato al Governo per l’attuazione della Legge delega.

Con il via libera del Parlamento, il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, già nella giornata odierna potrebbe istituire al Mef un Comitato tecnico-scientifico mutuando l’esperienza del ministro Bruno Visentini. Anch’egli, a suo tempo, ebbe a costituire un organismo che era composto da docenti universitari specializzati in materia fiscale e da soggetti del mondo delle professioni e delle associazioni di categoria.

I principi cardine della riforma si fondano su aspetti largamente condivisibili spiegati con dovizia di particolari dal viceministro Maurizio Leo. Del suo intervento in Parlamento mi hanno particolarmente colpito il riferimento alla effettiva applicazione dello Statuto del contribuente elevandolo al livello di norma giuridica; anzi, avrebbe voluto che diventasse norma di rango costituzionale. Auspicio reso difficile dall’iter legislativo inerente la riforma costituzionale. E poi l’incentivazione del ricorso alla compliance fiscale tra Agenzia delle entrate e contribuente; la riduzione del carico fiscale sulle attività produttive e sul lavoro dipendente e sulla semplificazione. Per comprendere a fondo l’importanza vitale della riforma del sistema fiscale per l’economia e lo sviluppo del Paese, occorre considerare che dall’introduzione del Testo unico delle imposte dirette – decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986, numero 917 – sono state apportate oltre mille modiche e ben 500 variazioni sono intervenute dall’introduzione dell’Iva con il Dpr del 26 ottobre 1972, numero 633. Imposta sul valore aggiunto entrata in vigore il primo gennaio 1973 in sostituzione dell’Ige (Imposta generale sulle entrate).

Interventi normativi in materia d’imposta che hanno reso il sistema tributario italiano il più complicato del mondo. Le norme di attuazione della Legge delega devono rendere lo Statuto del contribuente il punto di riferimento del rapporto di collaborazione reciproca tra il fisco e il contribuente, in modo da restituire a chi paga le imposte il suo ruolo di cittadino e non di suddito dello Stato impositore.

La semplificazione delle leggi in materia fiscale e dei suoi adempimenti passano per la definitiva abolizione del fiscalese, per permettere la intelligibilità della norma fiscale a tutti e non solo agli addetti ai lavori e ai professionisti del fisco. Tra l’altro, è frequente che gli stessi consulenti fiscali lamentino il fatto che in molti casi la norma fiscale risulti tanto complessa da essere di difficile applicazione. Inoltre, è foriera di contenziosi tributari legati alla sua interpretazione.

Il ricorso preventivo alla compliance fiscale è un fattore importante per evitare costosi e interminabili contenziosi con l’Erario. La volontà dichiarata di ridurre, compatibilmente con le esigenze di bilancio dello Stato, l’eccessivo carico fiscale sulle imprese, sui lavoratori autonomi e sui lavoratori dipendenti si può realmente concretizzare attraverso la revisione della tax expenditure, eliminando progressivamente le 625 norme che prevedono: agevolazioni fiscali, contributi a fondo perduto, crediti d’imposta, bonus e superbonus. Agevolazioni fiscali che devono essere limitati a casi specifici, come le detrazioni sugli interessi passivi pagati sui mutui per l’acquisto della prima casa, per le spese mediche e per gli aiuti alla natalità.

La presunta volontà, per le opposizioni, da parte dell’attuale Esecutivo di incentivare la “infedeltà fiscale” è contraddetta dagli ultimi dati disponibili sulle entrate fiscali e contributive. Nei primi 5 mesi del 2023, le entrate fiscali e contributive sono cresciute del 4 per cento. Il gettito complessivo è stato pari a 264,8 miliardi di euro, meglio delle previsioni del Governo.

Quando leggeremo un report dove i dati indicheranno che le spese dello Stato si sono ridotte e, in conseguenza, c’è stata una generale riduzione delle imposte per tutti? Confidiamo nella riforma!

Aggiornato il 07 agosto 2023 alle ore 14:46