Il programma Rai di Filippo Facci che viene cancellato. E giù esultanze. Poi tocca a Roberto Saviano e scoppia la polemica. Succede ai giorni nostri, dove il fango “sinistro” va in scena con tutta la sua solita enfasi.
Il caso di specie, nel dettaglio, riguarda l’intervento di Giuseppe Provenzano (Partito Democratico): ospite della trasmissione In Onda, su La7, senza troppi giri di parole, sostiene che Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, sia il “mandante politico” della scelta che ha riguardato lo scrittore napoletano.
Il leader del Carroccio ha subito replicato. E in un tweet, dove ha riportato le parole di Provenzano, ha commentato: “Dopo essermi preso del Ministro della Mala Vita, da sinistra insistono con dichiarazioni deliranti, Salvini mandante, da Salvini segnali molto preoccupanti sul fronte della lotta alla mafia… Ma come si permette questo signore?! Vergogna. Querela subito, e poi vediamo se ci riprovano”.
Il tutto mentre Augusta Montaruli (Fratelli d’Italia), vicepresidente in Vigilanza Rai, ha notato: “Un Pd che solleva la questione Saviano in Antimafia anziché in commissione Vigilanza Rai è evidentemente in confusione cronica. Al di là del comportamento sconclusionato dell’opposizione, rimane una scelta legittima della dirigenza Rai che condividiamo nell’ottica dell'applicazione in maniera uniforme di regole e principi a cui Saviano non può essere sottratto. Peraltro, gli interventi di Saviano – che lo rendono incompatibile con il servizio pubblico – avvenuti in maniera reiterata nulla c’entrano con uno pseudo impegno contro la criminalità organizzata. Voler arrivare ad applicare in Rai due pesi per due misure –ha terminato – è l’ultimo tentativo di una sinistra spiazzata dal pluralismo e dalla riorganizzazione dell’azienda, che per questo ha il nostro plauso”.
Sull’altro fronte, è stato spiegato: “Nei giorni scorsi abbiamo appreso dagli organi di informazione, a seguito di proteste da parte di parlamentari di maggioranza, che il programma dello scrittore-giornalista Roberto Saviano, Insider, faccia a faccia col crimine, di quattro puntate, già registrate e previste per novembre su Raitre, non sarà mandato in onda”. A dirlo sono stati i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai, che hanno presentato una interrogazione in tal proposito. Oltre a chiedere che possa essere rivista la decisione.
I motivi? Innanzitutto, “la rilevanza del programma di Saviano in merito all’argomento trattato, il contrasto alla mafia, e quindi non permettiamo che vi possano essere ingerenze da parte della politica a discapito del pluralismo e della promozione della cultura e dei valori della legalità”. Poi, già che si sono, hanno buttato lì un pizzico di latino, che non guasta mai: “In secundis riteniamo che, se il programma era già in palinsesto, questo taglio comporterebbe un costo per la Rai anche in relazione alla vendita degli spazi pubblicitari, creando un vero e proprio danno erariale. Auspichiamo quindi che la dirigenza della Rai possa ascoltare ed accogliere le nostre istanze”. Forse sono queste le battaglie che hanno a cuore sul fronte sinistro. Alla faccia del Paese reale.
Aggiornato il 28 luglio 2023 alle ore 16:23