Ansia da prestazione

L’impegno profuso dalla presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, in poco meno di un anno dall’insediamento del suo governo, è sotto gli occhi di tutti. Dal giorno in cui ha ottenuto la fiducia da parte del Parlamento, senza soluzione di continuità, è stata impegnata su tanti fronti, con particolare riguardo alla politica estera. Per gli opinionisti, non particolarmente benevoli nei confronti dell’underdog, l’obiettivo della premier di destra è stato quello di accreditarsi presso le cancellerie del mondo occidentale. Come se la nostra fosse una democrazia figlia di un Dio minore.  Una nazione che per essere governata deve ottenere il nullaosta da parte dei Deep State. La legittimità politica di insediarsi a Palazzo Chigi e di governare il Paese gli è stata conferita dal popolo sovrano! Giorgia Meloni non ha bisogno di ricevere patenti di democrazia da nessuno e men che meno da chi ritiene che la democrazia vale solo se è la sinistra a vincere le elezioni. Ed è bene che la premier si ricordi che risponde agli italiani che l’hanno fortemente voluta. Il suo esecutivo è e sarà sempre esposto a potentati italiani ed europei che non accetteranno mai un governo politico che persegue gli interessi dell’Italia e degli italiani.

Solo ai governi di centrodestra è stata riservata la concomitante canea di attacchi concentrici da parte di parte della magistratura politicizzata, dalle redazioni dei giornaloni e dai talk show affidati a conduttori “sinceramente democratici” e soprattutto “equilibrati” nella scelta degli opinionisti che vengono ospitati nelle loro trasmissioni televisive. Lo sforzo della presidente del Consiglio di agire in linea con il ruolo di massima espressione del potere politico con garbo è irrilevante per il mainstream. L’obiettivo è quello di abbattere, con tutti i mezzi, un esecutivo voluto dagli elettori. Il metodo utilizzato è ampiamente rodato. Gli strumenti utilizzati sono sempre gli stessi. Le procure indagano, i giornalisti accreditati pubblicano sui loro giornali centellinando sapientemente le notizie e le trasmissioni di approfondimento politico completano l’opera di divulgazione. La mina viene innescata ed è pronta a deflagrare. Il centrodestra, se vuole governare per la legislatura, si deve schermare proteggendo la compagine governativa nel suo complesso dall’aggressione mediatico-giudiziaria.

È facile prevedere che i professionisti del sabotaggio troveranno sempre l’occasione per attaccare i partiti e i rappresentanti politici della compagine governativa. La risposta vincente dell’esecutivo è quella di perseguire come un rullo compressore il programma di governo. Il risanamento delle finanze pubbliche passa attraverso la riduzione delle spese improduttive e della pletora di provvidenze pubbliche. Un’incisiva, e non edulcorata, riforma della giustizia. La riduzione del carico fiscale per tutti i contribuenti. Una politica e una burocrazia che non ostacolino le imprese e gli imprenditori che vogliono investire e rischiare nel nostro amato Paese. La difesa senza compromessi del made in Italy e delle sue eccellenze. Sarebbe opportuno evitare polemiche interne alla coalizione di governo. Gli elettori sanno discernere tra chi lavora per la nazione e chi per il Re di Prussia!

Aggiornato il 20 luglio 2023 alle ore 10:42