L’annus horribilis della scuola a Roma: i sindacati vogliono risposte

Un incontro protocollato oggi che invita le parti a un incontro, il 25 luglio, per fare il punto sull’avvio dell’anno scolastico a Roma – per l’anno 2023/2024 – e sul modello organizzativo. Un incontro che, secondo più voci, appare tardivo. Perché ci sono criticità ritenute imminenti, come il fatto di aver raggiunto il tetto della spesa per il personale supplente. E che potrebbero aprire dei nervi scoperti a novembre e dicembre. Ma sul piatto c’è anche la sperimentazione, che ha riguardato alcune scuole e alcuni Nidi, dell’orario prolungato fino alle 18. A tal proposito, c’è chi punta il dito sulla la copertura del servizio. E il motivo è uno: le scuole sono strutturate con modelli organizzativi. Quindi con del personale che svolge le proprie mansioni in determinate fasce orarie, con un rapporto (educatore-bambino) di uno a sette. Stirando la copertura, in sostanza, si crea la falla. Con ricadute sul fronte della sicurezza ma anche su quello prettamente pedagogico. Problemi, questi, che ricadono a pioggia sull’accordo del 29 luglio 2022 tra sindacati e Roma Capitale.

Mirko Anconitani, segretario Uil-Fpl Roma Capitale, dice all’Opinione: “Appare tardiva la convocazione dell’assessore Claudia Pratelli circa il modello organizzativo per la ripartenza dell’anno educativo e scolastico 2023/2024. Come Uil-Fpl del Comune di Roma siamo seriamente preoccupati, al pari delle migliaia di educatrici e insegnanti arrivate stremate alla fine di un annus horribilis all’insegna dei ritardi, delle mancate sostituzioni, di una burocrazia incomprensibile che ha causato seri problemi alle famiglie, con bambini disabili in molti casi non adeguatamente supportati a livello di insegnante d’integrazione o comunque con un supporto arrivato mesi e mesi dopo l’inizio dello scorso anno educativo/scolastico”.

Anconitani è un fiume in piena: “Si sperimentano aperture fino alle 18, per intercettare nuova utenza. Ma invece di farlo con risorse nuove, aggiuntive, lo si fa gravando ulteriormente sulle lavoratrici”. Il tutto “in un quadro dove anche le risorse per le supplenze sembrerebbero contingentate. Vogliamo risposte nette, chiare, che mettano a garanzia il personale e l’utenza. Altrimenti a ciascuno il suo: noi come Uil-Fpl, fin da inizio anno, saremo sempre dalla giusta parte, a tutela delle lavoratrici e dei piccoli utenti”.

Marco D’Emilia (Cgil) rincara la dose: “Sulla riunione del 25 luglio il ragionamento è questo: sono tre mesi che chiediamo contezza all’Amministrazione su come stiano le cose circa la contabilità delle scuole. È una riunione tardiva, secondo noi: il primo settembre è praticamente domani. Sono tre mesi che stiamo sollecitando l’incontro, anche per avere un quadro sull’assetto organizzativo e su quale sia la situazione finanziaria del settore. Avevamo già delle preoccupazioni. Insomma, è importante sapere cosa intendano fare e come vogliono aprire le scuole il primo settembre”.

Giancarlo Cosentino (segretario generale della Cisl Fp Roma Capitale Rieti) è dell’avviso, in sostanza, che la tardività o meno della riunione sarà tale se, alla fine, verrà raggiunta o meno una soluzione. Poi insiste: “Bisogna capire chi faccia cosa. Una volta chiarito l’aspetto del coordinamento, dobbiamo avere chiaro come sarà svolto il servizio, vigilando che i rapporti vengano tutelati. Il contratto ha degli strumenti ed esistono delle leggi”. Non solo: “L’assenza va sostituita, sennò viene meno il rapporto della sicurezza, sia sull’aspetto pedagogico che della custodia stessa del piccolo. Altro capitolo, poi, è quale sia l’apporto sull’integrazione scolastica: un tema complesso, che poggia su risorse importanti”.

Cgil, Cisl e Uil – sempre oggi – hanno affrontato un’altra questione, ossia quella delle condizioni e delle temperature dei Nidi comunali. In una nota, che ha tra i destinatari oltre l’assessore Pratelli anche l’assessore al Personale, Andrea Catarci, sono state messe sul piatto tutta una serie di segnalazioni, estese a macchia di leopardo da vari Municipi: III, IV, VIII, XII per citarne alcuni.

“Negli ultimi giorni – hanno puntualizzato – le temperature in città sono state particolarmente elevate e si teme che le stesse possano creare condizioni inadeguate all’attività lavorativa e all’accudimento dei piccoli utenti dei Nidi. In particolare, il decreto legislativo 81/2008, che detta le norme in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, prevede che la temperatura negli ambienti di lavoro non deve essere inferiore a 19 gradi e non superiore a 26 gradi. In caso di temperature al di fuori di questi limiti, il datore di lavoro è tenuto ad adottare misure, per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, come ad esempio l’installazione di impianti di climatizzazione o di ventilazione”.

Poi sono giunti al punto focale: “Nel caso specifico dei nidi di Roma Capitale, temiamo che le temperature elevate possano creare condizioni di disagio per i piccoli utenti, che potrebbero essere esposti a rischi di malattie da calore. Inoltre, le alte temperature potrebbero rendere difficile per le educatrici svolgere le loro attività lavorative in sicurezza”. Da qui la richiesta di “verificare con urgenza le temperature all’interno dei Nidi di Roma Capitale. E di adottare tutte le misure utili a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e degli utenti”. Già, perché le temperature di questi giorni sono altissime e ci sono strutture senza condizionatori o prive di pale (in toto o in alcune stanze sì e in altre no)”. Così la conclusione è scontata: “Fa più caldo dentro che fuori. E non è possibile tutto ciò”.

Aggiornato il 19 luglio 2023 alle ore 16:09