L’enigma dell’orso russo

Winston Churchill ebbe ad affermare che la Russia è “un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma”. Decodificare quello che sta succedendo nelle stanze del potere della Federazione Russa è difficile anche per i più sofisticati analisti di strategie militari e di geopolitica. Voglio essere ancora più brutale: sono convinto che non ci ha capito niente nessuno! Tutti brancolano nel buio. Vladimir Putin si è veramente indebolito o si è rafforzato dopo la “pantomima” del golpe fatto da parte dei mercenari di Evgenij Prigožin di marciare verso Mosca? C’è qualche fondo di verità sulle indiscrezioni giornalistiche di negoziazioni riservate tra emissari della Casa Bianca e del Cremlino? È autentico l’incontro in Russia tra Putin e Prigožin? Tre domande alle quali non è facile dare risposte. Si è saputo dalle cronache di un incontro tra il capo della Wagner, accompagnato dai comandanti dell’esercito di mercenari, e il presidente Putin. Tuttavia, tutti e tre i quesiti presentano degli aspetti che hanno del verosimile.

Se l’autarca russo si sia rafforzato o indebolito lo sapremo quando si sarà definitivamente chiarito che cosa è realmente accaduto tra gli “ex amici” (ex?) Putin e Prigožin. Una cosa è certa, se è vero, come sembra, che il comandante della Wagner si è visto con il presidente russo, presto ci saranno delle sorprese sul campo di battaglia in Ucraina. I segnali sono inquietanti. La Polonia, la Lettonia e la Lituania hanno manifestato preoccupazione per la presenza della Wagner in Bielorussia e pare che abbiano chiesto alla Nato di rafforzare le difese ai confini con la nazione satellite della Federazione Russa. Il gruppo Wagner è stato realmente smantellato o si sta preparando, con l’avallo dello zar russo, a continuare la guerra con obiettivi che a oggi non ci è dato sapere? Per quanto attiene le presunte negoziazioni tra emissari degli Stati Uniti con esponenti della Federazione Russa, alcuni segnali indiretti sono riscontrabili nella decisione da parte del presidente Usa Joe Biden di posporre l’ingresso nella Nato della Ucraina, solo dopo la fine della guerra.

L’amministrazione Biden, dopo il presunto tentativo di colpo di stato in Russia, ha assunto la consapevolezza che un eventuale cambio violento di regime in Russia possa avere conseguenze ancora più gravi della situazione attuale. Inoltre, anche la “compattezza” del fronte occidentale sta registrando qualche scricchiolio dopo la decisione americana di inviare le bombe a grappolo all’Ucraina. L’uso di tali ordigni è stato vietato da convenzioni internazionali alle quali non hanno però aderito, né gli Usa, né l’Ucraina e neanche la Russia che pare ne abbia già fatto uso nel conflitto in ucraino. Le presunte negoziazioni appaiono verosimili, per una semplice ragione: l’insofferenza di ampia parte dell’opinione pubblica statunitense, non disposta sine die a sostenere il conflitto in Ucraina sulle spalle del contribuente nordamericano. Si avvicinano le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e i candidati sono sempre più sensibili agli umori degli elettori. La differenza tra le democrazie occidentali e il regime russo è riconducibile al fatto che nei primi qualche segnale può essere decifrato, nella Federazione Russa tutto è un enigma di difficile soluzione!

Aggiornato il 11 luglio 2023 alle ore 10:39