Per comprendere le volontà testamentarie di Silvio Berlusconi occorre distinguere tra la quota di eredità cosiddetta “legittima” e quella “disponibile”. La quota di legittima riguarda la parte di patrimonio di cui il defunto non dispone a piacimento. La quota disponibile si riferisce a quella parte di cui il de cuius può disporre, nel testamento, liberamente. Nei tre testamenti olografi datati 2006, 2020 e 19 gennaio 2022 risulta evidente la profonda conoscenza di tutti gli aspetti inerenti la governance delle società di capitali. Già da anni Silvio Berlusconi aveva pianificato la successione del suo impero creando 7 Holding; quattro delle quali di proprietà del ex presidente del Consiglio, una intestata a Marina, una intestata a Piersilvio e una di proprietà dei figli Barbara, Eleonora e Luigi. Era consapevole delle problematiche connesse al cambio generazionale di un gruppo societario con interessi economici in diversi settori (immobiliare, bancario, editoriale e dei servizi).
Le società quotate in borsa e quelle non quotate, il cui “nocciolo duro di controllo” è in mano a una singola persona o a una Holding di controllo, anch’essa riconducibile a una persona fisica, deve gestire al meglio il passaggio generazionale, senza scossoni che ne possano inficiare l’organo esecutivo. Silvio Berlusconi, nel suo testamento olografo, ha ex ante, creato le condizioni per facilitare la governance aziendale dopo la sua scomparsa. Le società devono poter essere gestite con soci di maggioranza in grado di poter assumere decisioni di carattere strategico: è un principio fondamentale di sana gestione di qualsiasi impresa. Nel gergo tecnico le società di capitali devono avere “soci dominanti” che hanno la maggioranza dei voti in assemblea e soci di minoranza. I soci dominanti devono avere la forza di poter decidere nelle assemblee societarie sia ordinarie che straordinarie. Lo Statuto della Fininvest prevede quorum di maggioranza sia nelle assemblee ordinarie che in quelle straordinarie, a maggioranza assoluta dei voti espressi dagli azionisti.
La decisione testamentaria di assegnare il 53,08 percento delle azioni ai figli maggiori Marina e Pier Silvio Berlusconi (26,54 per cento e 26,54) e il 47 per cento ai figli minori Barbara, Eleonora e Luigi; ha una ratio per chi conosce il diritto societario e la governance di una società. La maggioranza assoluta delle azioni della controllante Fininvest sul gruppo editoriale MediaForEurope, assegnata ai due figli Marina e Pier Silvio, che si sono fatti negli anni le ossa rispettivamente in Mondadori la prima e in Mfe Pier Silvio, ha lo scopo di dare continuità di gestione al gruppo imprenditoriale. Non c’è stata alcuna volontà di penalizzazione nei confronti dei figli minori, ma l’obiettivo era quello di rendere gestibile il gruppo in caso di “dissidio” tra gli eredi in linea retta. Una ripartizione equivalente delle azioni Fininvest tra i cinque legittimi eredi avrebbe potuto comportare l’ingovernabilità dell’impero editoriale e la sua scalabilità da parte di investitori interessati ad acquisire il controllo del gruppo. La quotazione dei titoli della galassia Mfe ieri ha subito perdite, in linea con un giorno negativo della borsa, del 2,68 per cento. Gli operatori professionali di borsa, dopo la pubblicazione del testamento, hanno capito che la blindatura del 53,08 per cento della Holding di controllo rende impossibile scalare Mfe, che resterà saldamente nelle mani di Marina e Pier Silvio.
Aggiornato il 10 luglio 2023 alle ore 12:32