Giustizia, Nordio: “Cambieremo altre norme”

Carlo Nordio annuncia nuovi passi nel percorso di riforma. Il ministro della Giustizia pensa a norme più semplici per i contribuenti fiscali, ma che non legittimino gli evasori. L’obiettivo dichiarato del Guardasigilli è di evitare una nuova stagione di conflitto con i suoi ex colleghi. Le polemiche da parte della magistratura però proseguono. Dopo lo scontro con l’Anm e le dichiarazioni del procuratore antimafia Gianni Melillo (per il quale “non esistono intercettazioni inutili”), arrivano in queste ore anche le preoccupazioni del procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo: “Trovo surreali le motivazioni che stanno alla base della cancellazione dell’abuso d’ufficio – dice – e per quanto riguarda le questioni processuali sull’appello dei pm “è incostituzionale il solo fatto che si voglia distinguere i reati da lievi e quelli gravi”. Nordio, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato però di non cercare lo scontro: “C’è modo e modo di dissentire dai disegni di legge e dal tenore delle sentenze. Nel caso di questa riforma – spiega – sono stati usati termini molto forti ancor prima che il testo fosse noto. Vorrei che si abbassassero i toni da parte di tutti”.

Quanto alle sue dichiarazioni sul fisco, sottolinea di non aver mai legittimato gli evasori: “Il nostro sistema tributario – osserva – è così impazzito che anche l’imprenditore più onesto che paghi tutte le tasse è sempre esposto ad indagini. È questo sistema che favorisce gli evasori, non chi come me lo denuncia. L’evasione si combatte con una semplificazione normativa e un rapporto più certo e leale tra Stato e contribuente. Ed è questo il senso della riforma illustrata dal viceministro Maurizio Leo”. Nordio spiega che si interverrà più avanti, “con una riforma del codice di procedura penale, anche sull’informazione di garanzia”. Per il ministro, inoltre, l’intero complesso dei reati contro la pubblica amministrazione dovrebbe “essere rivisitato. Lo abbiamo già fatto con il traffico di influenze, adeguando meglio la fattispecie ai principi di tassatività, specificità e chiarezza. Attualmente è così evanescente da essere inapplicabile. Il nostro Ufficio legislativo ha fatto un lavoro certosino, valutando i pro e i contro di ogni innovazione, secondo un determinato indirizzo politico che, come sempre, è il frutto di valutazioni tra le varie componenti”.

Alla fine “il testo ha ottenuto l’assoluta unanimità – sottolinea – e al Consiglio dei ministri c’è stato persino un piccolo applauso”. E solo qualche giorno fa, Nordio aveva annunciato: “Noi interverremo sulle intercettazioni molto più radicalmente. Che questa sia una barbarie che costa 200 milioni di euro l’anno per raggiungere risultati minimi è sotto gli occhi di tutti”. Dal canto suo, il procuratore generale di Torino manifesta la sua “assoluta contrarietà a qualunque forma di limitazione, limatura e inasprimento delle condizioni e dei presupposti per attuarle, per chiederle, perché senza intercettazioni noi smettiamo di portare a casa metà dei risultati che portiamo e non parlo solo di criminalità organizzata”.

Aggiornato il 22 giugno 2023 alle ore 18:23